Famiglie in cerca di giustizia: il grido di dolore risuona a Roma

Famiglie in cerca di giustizia: il grido di dolore risuona a Roma

Manifestazione a Piazza Re di Roma per chiedere giustizia e verità sui casi di giovani scomparsi, con la partecipazione di famiglie unite contro l’archiviazione dei loro casi irrisolti.
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Famiglie in cerca di giustizia: il grido di dolore risuona a Roma - Gaeta.it

Oggi, nella suggestiva cornice di Piazza Re di Roma, una manifestazione ha richiamato l’attenzione pubblica sui casi di giovani uccisi o scomparsi, rimasti senza una verità giuridica. Organizzata dalla famiglia Pozzi, l’iniziativa ha visto la partecipazione di genitori e parenti delle vittime, che hanno levato la loro voce contro la richiesta di archiviazione dei casi, sottolineando il bisogno urgente di giustizia e chiarezza.

Famiglie unite nella lotta per la verità

Tra i manifestanti c’erano Roberta Carassai, mamma di Alessandro Venturelli, che è scomparso nel 2020; Paolo Pozzi, padre di Gimmy tracciato nel mistero della sua morte a Ponza nello stesso anno; e Barbara Degli Esposti, madre di Alex Bonucchi, deceduto con modalità tragiche e oscure quattro anni fa in Algeria. Queste famiglie si stanno incontrando per dimostrare la loro solidarietà e il loro dolore comune, chiedendo attenzione da parte delle autorità e della società.

Barbara Degli Esposti ha affermato: “Lo stato non fa nulla, scalda la poltrona. Il mio caso è fantasma, ho scritto a tutti, da Meloni a Tajani e Mattarella, ma ho ricevuto solo silenzio. È ora che lo Stato faccia il suo dovere”. Le sue parole rispecchiano il sentimento di abbandono e frustrazione di molti familiari che hanno lottato per anni per avere giustizia per i loro cari. Nonostante il passare del tempo, l’impegno non è venuto meno, e il sostegno reciproco tra i partecipanti alla manifestazione ha ampliato il messaggio di speranza e determinazione.

La voce delle associazioni

L’evento ha visto anche la presenza di associazioni come Assotutela, che ha espresso un forte sostegno alle famiglie colpite. La loro portavoce ha dichiarato: “Sosteniamo con determinazione la richiesta di chiarezza e trasparenza avanzata dai familiari, che con coraggio e determinazione continuano a lottare affinché sia fatta piena luce su quanto accaduto. Ogni vita ha un valore inestimabile, e il diritto alla verità e alla giustizia è un principio fondamentale che non può essere ignorato”. Le parole di supporto da parte delle associazioni pongono in risalto la lotta collettiva per ottenere giustizia, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi fondamentali come i diritti e la dignità delle vittime.

Le aree grigie della giustizia

La situazione di silenzio e inattività da parte delle istituzioni ha spinto i familiari a chiedere un’azione concreta. L’accusa di inattività, rappresentata dalla frase “scalda la poltrona”, dà voce a un malcontento crescente nei confronti di un sistema che sembra non rispondere adeguatamente alle richieste di giustizia. La presenza di figure storiche nel contesto delle scomparse, come Pietro Orlandi e le cugine di Serena Mollicone, è un chiaro segnale di quanto sia necessario trattare queste vicende con serietà e impegno.

Questa manifestazione rimarca un problema sociale importante, quello della verità su eventi tragici che coinvolgono famiglie, giovani e vite spezzate. È un grido chiarissimo di giustizia, che senza dubbio continuerà a farsi sentire fino a quando non verranno fornite risposte adeguate e sensibili alle richieste di verità. Le famiglie continuano a lottare, unite dalla speranza che le istituzioni non perdano di vista il valore intrinseco di ogni vita e il diritto di ogni famiglia a conoscere la verità su ciò che è accaduto.

Ultimo aggiornamento il 11 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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