Fatturato dell'itticoltura italiana nel 2023: oltre 400 milioni di euro senza molluschi

Fatturato dell’itticoltura italiana nel 2023: oltre 400 milioni di euro senza molluschi

Nel 2023, l’itticoltura italiana ha raggiunto un fatturato di 400 milioni di euro, con la trota come specie principale e una crescente produzione di caviale, evidenziando l’importanza del settore.
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Fatturato dell'itticoltura italiana nel 2023: oltre 400 milioni di euro senza molluschi - Gaeta.it

Nel 2023, il fatturato dell’itticoltura in Italia ha raggiunto i 400 milioni di euro, escludendo i molluschi. Questo dato è emerso da un report dell’Associazione Piscicoltori Italiani e presentato in occasione di AquaFarm, una mostra-convegno internazionale dedicata all’acquacoltura e alla pesca sostenibile. L’evento si terrà a Pordenone nelle giornate del 12 e 13 febbraio 2025, diventando un importante punto di riferimento per il settore.

Dettagli sull’itticoltura in Italia

Il settore ittico italiano presenta un ambiente diversificato e una produzione significativa di specie diverse. La trota continua a essere la specie predominante, con un allevamento di circa 30.000 tonnellate e una produzione di 280 milioni di uova embrionate. Segue a ruota l’orata e la spigola, con ciascuna specie che raggiunge 17.000 tonnellate. La crescita di queste attività in Italia è supportata da oltre 160 milioni di avannotti di pesci marini pregiati, segno di un mercato in espansione.

L’Italia si distingue a livello globale, occupando la seconda posizione per quanto riguarda la produzione di caviale di storione. Nel 2023, il paese ha prodotto 65 tonnellate di uova di storione, rendendolo il secondo produttore mondiale dopo la Cina. Anche il panorama socioeconomico del settore è notevole, con 800 siti produttivi sparsi su tutto il territorio nazionale, di cui il 60% collocati nel Nord, il 15% nel Centro e il 25% nel Sud Italia, dove operano oltre 25 specie diverse. Questo ampio tessuto produttivo sottolinea l’importanza dell’itticoltura nel contesto economico locale e nazionale.

Il mercato globale dell’allevamento ittica

Un’analisi approfondita del mercato che emerge dal rapporto della FAO intitolato “The State of World Fisheries and Aquaculture” mette in luce un significativo dato: per la prima volta, l’allevamento supera la pesca per quanto riguarda la produzione globale di specie ittiche. Nel 2022, l’allevamento ittico ha rappresentato il 51% del totale, corrispondente a 94,4 milioni di tonnellate. Questo cambiamento segnala un’evoluzione nella gestione delle risorse ittiche, enfatizzando l’importanza dell’allevamento nella sostenibilità delle popolazioni ittiche.

Nella produzione globale, circa il 62,6% avviene in allevamenti su terraferma, mentre il restante si svolge nelle acque costiere. I dati indicano che le specie allevate ammontano a circa 730, di cui però il 60% proviene solo da 17 varietà. La crescita di questo settore rispetto al 2020 è stata tangibile, registrando un incremento del 7,6%, contraddistinto principalmente da una maggiore produzione di pesci, seguita da crostacei e molluschi. Queste informazioni danno un’idea chiara di un mercato in evoluzione e della crescente richiesta di prodotti ittici nel contesto globale.

I dati presentati promettono di influenzare il futuro delle strategie di allevamento e di commercializzazione dei prodotti ittici, incentivando una maggiore attenzione alle pratiche sostenibili e alla qualità dei prodotti offerti.

Ultimo aggiornamento il 5 Dicembre 2024 da Sara Gatti

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