Fausto da Bobbio è un personaggio emblematico dal forte legame con la sua terra e la sua cultura. Il cortometraggio “Se posso permettermi II“, diretto da Marco Bellocchio, debutta oggi Fuori Concorso al Festival del Cinema di Venezia 81. Ambientato nel piccolo comune emiliano di Bobbio, il film esplora temi di nostalgia, identità e perdita attraverso la vita di Fausto, un uomo che deve confrontarsi con il proprio passato e le sfide del presente.
La trama di “Se posso permettermi II”
Il protagonista e il suo mondo
Fausto, interpretato da Fausto Russo Alesi, è un uomo colto e amante dei libri, che vive in una casa ereditata dalla madre, recentemente scomparsa. La sua vita è segnata da un’immobilità esistenziale: non lavora, non ha una pensione e si trova di fronte alla necessità di vendere la casa che rappresenta un legame forte con il suo passato. All’interno della sua quotidianità, riceve visite significative, tra cui quella del parroco e del capitano dei carabinieri. Quest’ultimo, in un curioso colpo di scena, gli propone di sposare sua figlia, in un tentativo di avviare un business legato ai fantasmi, riflettendo sul desiderio di rinnovare la tradizione attraverso nuove prospettive.
Un cortometraggio di formazione
“Se posso permettermi II” è inoltre frutto del corso di alta formazione cinematografica “Bottega XNL – Fare Cinema“, tenuto da Bellocchio a Bobbio dal 2023. Questo progetto unisce studenti e professionisti del settore, dando vita a un’esperienza di apprendimento intensivo e creativo. La peculiarità di questo cortometraggio risiede nell’integrazione tra talenti emergenti e nomi rinomati del panorama cinematografico italiano, creando un “gioco collettivo” che arricchisce entrambe le parti.
Il legame di Bellocchio con Bobbio
Ritorno alle origini
Marco Bellocchio, regista di fama internazionale, nutre un forte attaccamento per Bobbio, il paese in cui è nato nel 1939. Nonostante inizialmente avesse scelto di allontanarsi dalle sue radici, il regista è tornato a frequentare il luogo per realizzare film e workshop. Già all’inizio degli anni ’80, aveva diretto “Vacanze in Val Trebbia“, ma il suo ritorno nel ’95, con l’incoraggiamento di un’autorità locale, segna una nuova era nella sua carriera creativa. Bellocchio ha trovato nella sua terra d’origine un’opportunità non solo di riflessione personale, ma anche di rinascita professionale, dando vita a eventi cinematografici estivi che animano la comunità locale.
Cinema e formazione
Nel corso dell’anno, l’attività cinematografica a Bobbio è scarsamente presente, ma Bellocchio colma questo vuoto con esperienze creative per i giovani. L’idea di portare avanti il lavoro con i ragazzi di cinematografia è un modo per dare vita a un progetto educativo e artistico, dove ogni estate si crea un film in tempi brevissimi. Questa iniziativa viene considerata da Bellocchio non come un’attività accademica tradizionale, ma come un’opportunità di crescita reciproca, sia per gli studenti che per lui come regista.
Riflessioni sul personaggio di Fausto
Un simbolo di valori intellettuali
Il personaggio di Fausto rappresenta, secondo Bellocchio, una figura di “perdente” che incarna ideali profondi e una ricerca intellettuale di valori. Fausto, nei suoi monologhi, esprime l’importanza di preservare la cultura italiana attraverso lo studio di autori come Pascoli, Leopardi e Dante. Il regista stesso sostiene l’idea di un sostegno statale per individui come Fausto, che sacrificano parte della loro vita per mantenere viva la memoria dei grandi artisti del passato. Questa riflessione si apre a spunti di discussione sulla cultura e sull’importanza di valorizzare il patrimonio culturale.
Un progetto in evoluzione
In chiusura, Bellocchio annuncia anche un possibile terzo capitolo della saga “Se posso permettermi“, che rappresenta un ulteriore passo avanti nei suoi progetti cinematografici. L’accoglienza del pubblico e il riscontro ottenuto dai cortometraggi precedenti stimolano il regista a proseguire nel suo lavoro di narrazione realistica e profonda, continuando a esplorare le dinamiche umane attraverso la lente della sua terra, la Val Trebbia.
Sul rapido declino dei protagonisti e sull’importanza della cultura, “Se posso permettermi II” si configura come un’opera significativa nel panorama cinematografico attuale, invitando a riflettere su come le scelte individuali possano influenzare il tessuto sociale.