Nel 2024, le Marche registrano un tragico bilancio di cinque femminicidi, parte di un totale di 96 vittime in Italia. Questi dati non sono solo statistica ma rappresentano vite spezzate e famiglie distrutte. La violenza di genere pervade diversi contesti, dal privato al pubblico, creando un tessuto sociale lacerato. Le segretarie regionali confederali – Eleonora Fontana della Cgil, Selena Soleggiati della Cisl e Claudia Mazzucchelli della Uil – lanciano un appello urgente in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, prevista per il 25 novembre.
La richiesta di azioni immediate
Le segretarie regionali fanno eco a una necessità impellente: “Servono azioni immediate” per contrastare una cultura che vede le donne come proprietà. È un problema che affonda le radici nella società e nei comportamenti quotidiani. Gli interventi devono partire dall’educazione, inculcando il rispetto e l’accettazione delle differenze fin dai primi anni di istruzione. È fondamentale investire in programmi educativi che possano migliorare la consapevolezza su queste tematiche.
In aggiunta, urgono finanziamenti adeguati per sostenere i centri antiviolenza e incrementare i posti disponibili nelle case rifugio. Le segretarie evidenziano che senza strutture di supporto e senza un’educazione che promuova relazioni sane, il problema della violenza di genere non potrà mai essere risolto efficacemente.
La connessione tra lavoro e libertà delle donne
Un altro aspetto cruciale riguarda il lavoro e la sua importanza nel contrasto alla violenza di genere. Un’occupazione stabile e di qualità gioca un ruolo fondamentale nell’autodeterminazione delle donne. Nelle Marche come in tutta Italia, le donne sono spesso impiegate in lavori precari e mal retribuiti, con qualifiche inferiori rispetto ai colleghi maschi. Tale situazione crea una dipendenza economica che può condurre a una minorazione della libertà individuale.
Particolarmente rilevante è il fenomeno del part time involontario, che genera retribuzioni più basse e limita le opportunità di carriera. Senza un lavoro dignitoso e un salario adeguato, molte donne si trovano in una posizione di vulnerabilità che le espone a situazioni di violenza. Perciò, è essenziale che si creino condizioni favorevoli per il lavoro femminile, scardinando un sistema che attualmente penalizza molte di loro.
Le molestie nel contesto lavorativo e sociale
Non possono essere ignorati neppure i dati sulle molestie, sia in ambito lavorativo sia in contesti più ampi. Secondo il rapporto Istat pubblicato il primo luglio 2024, le Marche si collocano al quinto posto tra le regioni italiane per segnalazioni di molestie in ambiti non lavorativi, con una percentuale del 7,2%, superiore alla media nazionale del 6,4%. Questa statistica sottolinea la diffusione di un problema che colpisce diverse fasce della popolazione, richiedendo una riflessione profonda e azioni concrete.
In risposta a questa situazione, Fontana, Soleggiati e Mazzucchelli rilanciano una campagna di sensibilizzazione avviata a marzo. Scopo della campagna è educare e informare la società sul problema della violenza di genere, invitando le vittime a chiedere aiuto. Viene anche fatto un richiamo al numero antiviolenza e stalking 1522, che offre supporto e riservatezza a chi si trova in difficoltà.
L’argomento è di massima attualità e richiede l’impegno di tutti, sia a livello governativo che nella vita di tutti i giorni. La lotta alla violenza di genere deve passare attraverso una coscienza collettiva che riconosce il valore della dignità e del rispetto per ogni individuo.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Donatella Ercolano