Femminicidi in Trentino: numeri inquietanti dal 2020 al 2024

In Trentino, sei femminicidi dal 2020 evidenziano un’emergenza di violenza contro le donne, con un aumento degli accessi al pronto soccorso e iniziative per l’emancipazione femminile.
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Femminicidi in Trentino: numeri inquietanti dal 2020 al 2024 - Gaeta.it

In Trentino, la violenza contro le donne continua a rappresentare una problematica critica, con sei donne vittime di femminicidio dal 2020 a oggi. Questi dati allarmanti sono stati esposti durante la presentazione del report “I numeri della violenza contro le donne in Trentino”, frutto della collaborazione tra Ispat, Procura di Trento, forze dell’ordine, Azienda sanitaria, Apapi e servizi antiviolenza. La situazione evidenzia una necessità urgente di attenzione e intervento sulla violenza di genere nella regione.

Il tragico bilancio dei femminicidi

Dal dicembre 2020, il Trentino ha registrato sei casi di femminicidio, ognuno con una storia devastante alle spalle. Il primo omicidio risale al 29 dicembre 2020, quando Agitu Ideo Gudeta, una pastora di Frassilongo e simbolo dell’integrazione, è stata uccisa. Questo crimine ha scosso profondamente la comunità, evidenziando la vulnerabilità delle donne anche nei contesti ostensivamente pacifici.

Successivamente, il 22 febbraio 2021, Deborah Saltori è stata assassinata a Cortesano, mentre il 29 marzo 2022, Viviana Micheluzzi ha perso la vita a Castello-Molina di Fiemme. L’escalation di violenza è continuata nel 2023 con i tragici omicidi di Mara Fait, avvenuto il 28 luglio a Noriglio, e Iris Setti, uccisa il 6 agosto in un parco pubblico di Rovereto. Infine, il 11 gennaio 2024, Ester Palmieri è stata vittima della violenza dell’ex compagno. Questi eventi non solo portano dolore alle famiglie delle vittime, ma colpiscono l’intera società trentina.

Accessi al pronto soccorso e supporto psicologico

Il report del 2023 ha messo in luce che il Pronto soccorso ha registrato 478 accessi collegati alla violenza contro le donne, un numero significativo che mette in risalto l’emergenza del problema. Di questi accessi, 196 sono stati associati a episodi di violenza domestica. Questa crescita degli accessi è particolarmente preoccupante, considerando che nel 2020 era stato riscontrato un abbassamento, presumibilmente legato alle restrizioni del Covid-19.

È interessante notare che, nel 2023, la maggior parte degli accessi è stata causata da violenze esterne all’ambito domestico, mentre il 41% si è riferito a violenza domestica. A supporto delle vittime, i consultori hanno offerto assistenza psicologica e sociale a 95 donne, un incremento del 9,2% rispetto all’anno precedente. L’organizzazione e la collaborazione con i servizi antiviolenza hanno avuto un ruolo chiave nel facilitare percorsi di uscita dalla violenza.

Assegni di autodeterminazione e percorsi di fuoriuscita

Nel 2022, sono stati erogati 52 assegni di autodeterminazione, destinati a favorire l’emancipazione femminile per un totale di 215.000 euro. La situazione ha mostrato un miglioramento nel 2023, quando il numero di assegni è salito a 74, con una spesa complessiva di 308.000 euro. Questo strumento rappresenta un passo importante nei percorsi di autonomia e libertà delle donne trentine.

Nonostante i progressi, ci sono stati territori nei quali non è stata presentata alcuna richiesta di assegno nel 2023, il che suggerisce una disparità nell’accesso ai servizi e una possibile mancanza di informazione tra le vittime. Anche per quanto riguarda i centri di supporto, nel 2023, 46 uomini hanno iniziato percorsi di riabilitazione, sia volontari che indicati dal giudice, dimostrando che la questione della violenza di genere non coinvolge solo le vittime, ma interessa anche gli autori di tali atti.

Con l’emergere di questi dati, diventa sempre più cruciale il coinvolgimento delle istituzioni e della comunità per combattere la violenza contro le donne e garantire un futuro più sicuro per tutti.

Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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