In Italia, la violenza di genere continua a suscitare preoccupazione, soprattutto dopo una serie di omicidi di donne avvenuti negli ultimi mesi. Anche se i braccialetti elettronici sono stati introdotti come strumenti per garantire la sicurezza delle vittime, le tragedie recenti hanno messo in evidenza un malfunzionamento significativo del sistema, sollevando interrogativi sull’efficacia di tali dispositivi. Le circostanze degli omicidi di Celeste Palmieri, Camelia Ion e Roua Nabi hanno spinto politici e istituzioni a interrogarsi sulla funzionalità di questi strumenti, su cui si è investito molto per prevenire episodi di violenza.
La tragica sequenza di omicidi di donne
Nel giro di poche settimane, tre donne sono state brutalmente uccise in Italia, segnalando un crescendo allarmante di femminicidi. Celeste Palmieri è stata assassinata il 18 ottobre a San Severo dal marito Mario Furio, che ha poi scelto di togliersi la vita. La stessa sorte è toccata a Camelia Ion, trovata senza vita a Civitavecchia nella notte tra il 17 e 18 ottobre, vittima dell’ex compagno Lucian Tuduran. Roua Nabi è stata uccisa a Torino il 24 settembre dall’ex coniuge Abdelkader Ben Alaya, sotto gli occhi dei suoi figli. È significativo notare che tutti e tre gli aggressori erano stati denunciati per maltrattamenti e, in alcuni casi, indossavano braccialetti elettronici.
Queste drammatiche situazioni non fanno che aumentare i dubbi sull’efficacia dei braccialetti elettronici come strumenti di protezione. Hichem Ben Fattoum, nel mese di aprile, ha ucciso sua moglie Saida Hammouda, ma in quel caso il dispositivo non era stato ancora assegnato all’autore del delitto. Tali avvenimenti hanno spinto all’attenzione pubblica le potenziali carenze di un sistema di allerta che si pensava potesse ridurre il rischio di violenza.
I problemi tecnici e i falsi allarmi
Il sindacato Usmia dei carabinieri ha reso noto che proprio in relazione all’uso del braccialetto elettronico sono stati registrati circa 20.000 falsi allarmi. Questi dati hanno indotto la Commissione Giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, ad avviare un’indagine per acquisire informazioni più dettagliate sul numero di apparecchi attivi e sul loro funzionamento. La commissione intende approfondire eventuali problematiche associate a questi dispositivi sia dal punto di vista tecnico che operativo.
Da parte sua, il Partito Democratico ha sollevato la questione attraverso un’interrogazione parlamentare, sottolineando la necessità di chiarimenti e soluzioni immediate. A detta della deputata Valeria Valente, le cause di tale incremento delle criticità sarebbero riconducibili a malfunzionamenti dei dispositivi, problemi di rete, oltre alla disponibilità stessa delle apparecchiature. Valente ha fatto riferimento alla necessità di rivedere il contratto per il servizio di affidamento, nel caso in cui i braccialetti non riescano a garantire la loro funzione primordiale di protezione.
Statistiche e uso del braccialetto elettronico in Italia
Stando ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, aggiornati a settembre, attualmente in Italia ci sono 10.553 braccialetti elettronici attivi. Di questi, 4.662 sono utilizzati in casi di stalking, mentre il numero totale di attivazioni e disattivazioni si attesta rispettivamente su 41.202 e 30.649. Rispetto ai dati di novembre 2023, prima dell’introduzione della nuova legge dedicata alla violenza sulle donne, erano 5.695 i dispositivi in uso, con una significativa percentuale essenziale per la sicurezza delle vittime.
La legge 168 del 2023 ha ampliato l’uso del braccialetto elettronico, includendo funzionalità specifiche anti-stalking. In un impegno per aumentare la disponibilità di questo strumento, il contratto stipulato con Fastweb prevede l’attivazione mensile di un numero pari a mille braccialetti, con la possibilità di arrivare a 1.200 in base alle necessità. Tuttavia, resta cruciale che queste forniture siano tempestive e che il personale preposto abbia una formazione adeguata per valutare rapidamente eventuali situazioni di rischio.
Le recenti vicende tragiche mettono in luce l’urgenza di rivedere e migliorare la situazione attuale, affinché le misure di sicurezza possano realmente proteggere le donne da violenze e omicidi.
Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Donatella Ercolano