Femminicidio a Roma: la tragica storia di Manuela Petrangeli e il piano del suo assassino

Il caso di Manuela Petrangeli, giovane fisioterapista uccisa dal suo ex compagno Gianluca Molinaro in un agguato premeditato a Roma, evidenzia il grave problema del femminicidio. Molinaro ha confessato l’omicidio e le indagini rivelano comportamenti ossessivi e atti di stalking nei confronti della vittima. La comunità è chiamata a riflettere su questa violenza di genere…
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Femminicidio a Roma: la tragica storia di Manuela Petrangeli e il piano del suo assassino

Il caso di Manuela Petrangeli ha scosso la comunità di Roma, evidenziando ancora una volta il drammatico problema del femminicidio. La giovane fisioterapista è stata uccisa dal suo ex compagno, Gianluca Molinaro, in un agguato premeditato avvenuto lo scorso luglio, immediatamente dopo il termine del suo turno di lavoro. I dettagli emersi dai documenti di indagine indicano un’azione pianificata nei minimi particolari, sollevando interrogativi sul tema della violenza di genere.

L’agguato mortale di Manuela Petrangeli

La tragicità dell’evento risiede nella scena che ha preceduto la morte di Manuela. La donna era appena uscita dalla struttura sanitaria Villa Sandra, situata nella zona di Portuense, e si dirigeva verso la sua auto. In quel momento, Gianluca Molinaro, 53 anni e operatore sociosanitario, è sopraggiunto con una Smart. Abbassando il finestrino, ha puntato il fucile contro di lei e ha aperto il fuoco. I testimoni raccontano di come Petrangeli fosse appena stata al telefono con il figlio, rassicurandolo sulla sua imminente presenza a casa. Il primo colpo l’ha ferita, il secondo le è stato fatale.

Nonostante l’immediato intervento dei colleghi di lavoro, giunti dopo aver udito gli spari, non c’è stato nulla da fare per salvare la vita della donna. I soccorritori hanno tentato di rianimarla, ma purtroppo i suoi sforzi si sono rivelati vani. L’elemento che aumenta la gravità della situazione è la natura premeditata dell’atto, un silenzioso sfogo di vendetta da parte di un uomo che non ha saputo accettare la fine della relazione.

La confessione di Gianluca Molinaro e il quadro delle accuse

Dopo il delitto, Molinaro si è presentato presso una caserma dei carabinieri, confessando il femminicidio con un’arma illeggibile, che è stata subito sequestrata. Nelle indagini sono state rinvenute comunicazioni tra lui e un amico, nelle quali Molinaro parlava di essere giunto “al limite della sopportazione” e accennava a un piano di vendetta. Questo dettaglio ha spinto i pubblici ministeri a contestargli anche l’aggravante della premeditazione, estendendo le accuse iniziali di omicidio volontario e detenzione abusiva di armi.

Nel corso delle indagini, è emerso un quadro complesso di violenza e atti di stalking che Molinaro aveva compiuto nei confronti della sua ex compagna e, successivamente, di Manuela Petrangeli. La sua condotta è apparsa sempre più ossessiva e possessiva, tanto da installare telecamere per tenere sotto controllo la vita privata della donna. Questo comportamento ha suscitato preoccupazione tra i conoscenti e i colleghi, che si erano già resi conto della pericolosità del soggetto.

Le implicazioni legali e le nuove indagini

Con l’aggravamento della situazione, i legali di Gianluca Molinaro hanno chiesto al magistrato di poter interrogare il loro assistito per chiarire alcuni dubbi emersi dal caso. Il nuovo interrogatorio, previsto per la fine di settembre, potrebbe fornire ulteriori informazioni su quanto accaduto. È già noto che Molinaro aveva precedentemente esercitato il suo diritto di non rispondere, ma ora sembra intenzionato a fornire la sua versione dei fatti.

Le indagini continuano a scavare nel passato relazionale di Molinaro, cercando di delineare il profilo di un uomo segnato dalla violenza e dalla gelosia. I carabinieri sono ancora al lavoro per completare il quadro probatorio, che si sta rivelando complesso. L’arma del delitto e le registrazioni scoperte sono solo alcuni degli elementi che dovranno essere analizzati per accertare la verità.

Rimanere vigili su tali questioni non è mai stato così fondamentale, specialmente in un momento in cui i femminicidi si susseguono con troppa frequenza nel nostro paese. Il dramma di Manuela Petrangeli deve servire da monito e spinta a una riflessione collettiva.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Armando Proietti

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