Femminicidio a Torino: la tragica morte di Roua Nabi nella notte del 23 settembre

Roua Nabi, una donna tunisina di 34 anni, è stata uccisa a Torino dal suo ex marito, nonostante fosse dotato di un braccialetto elettronico per garantirne la sicurezza. L’omicidio è avvenuto durante una violenta lite sotto gli occhi dei figli adolescenti. Le autorità indagano sull’efficacia delle misure di protezione e sulla violenza di genere in…
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Femminicidio a Torino: la tragica morte di Roua Nabi nella notte del 23 settembre - Gaeta.it

Un episodio drammatico ha scosso Torino: Roua Nabi, una donna di 34 anni di origine tunisina, è stata uccisa dalla persona che avrebbe dovuto proteggerla. Il femminicidio è avvenuto nella zona di via Cigna, in un contesto familiare già segnato da violenza e conflitti. La vittima era separata dal marito, già denunciato per episodi di violenza, il quale al momento dell’omicidio indossava un braccialetto elettronico come misura di sicurezza.

Il drammatico accaduto: una lite fatale

Durante la notte tra il 23 e il 24 settembre, Roua Nabi e il suo ex marito, Ben Alaya Abdelkader, 48 anni, hanno avuto una violenta discussione. Secondo le prime ricostruzioni, il litigio è degenerato rapidamente, portando l’uomo ad afferrare un coltello e colpire la donna. Sotto gli occhi attoniti dei loro figli minorenni, la situazione è esplosa in un dramma familiare in cui i giovani hanno cercato disperatamente di salvare la madre.

I ragazzi, entrambi adolescenti, hanno reagito istintivamente: la ragazza è corsa dai vicini per chiedere soccorso, mentre il fratello più piccolo ha cercato di inseguire il padre fuggitivo, chiedendo aiuto ai passanti. Fortunatamente, le forze dell’ordine erano già in allerta e sono riuscite a intercettare l’uomo a poche centinaia di metri dalla scena del crimine, fermandolo così prima che potesse allontanarsi ulteriormente.

La storia di Roua Nabi e la sua lotta per la libertà

La vittima, Roua Nabi, aveva denunciato il marito per violenze, comportamenti che hanno spinto le autorità a emettere un divieto di avvicinamento nei suoi confronti. Ben Alaya Abdelkader era stato dotato di un braccialetto elettronico dall’estate precedente come misura per garantire la sicurezza della donna. Nonostante questo, Roua si trovava in una condizione di vulnerabilità, desiderosa di vivere una vita più libera e moderna, in contrasto con le aspettative del marito, che non condivideva le sue aspirazioni.

Le autorità stanno ora indagando per comprendere come sia stato possibile che un dispositivo di monitoraggio, pensato per proteggere le vittime di stalking e violenza domestica, non abbia impedito un evento così tragico. Mentre ci si interroga sulla funzionalità del braccialetto, emergono anche domande cruciali riguardo al supporto e alla protezione delle donne in situazioni simili.

L’arresto e le indagini in corso

Dopo l’omicidio, Ben Alaya Abdelkader è stato arrestato e dovrà affrontare un interrogatorio per chiarire i dettagli dell’incidente. Le forze dell’ordine, già attive nel monitorare la situazione, hanno avviato un’inchiesta più ampia, esaminando l’abitazione della vittima e raccogliendo testimonianze dai vicini. Molti di loro hanno descritto momenti di pura angoscia, citando “urla disumane” che risuonavano nel palazzo, lasciando un segno profondo nella comunità.

La tragica vicenda di Roua Nabi rappresenta, purtroppo, un caso emblematico della violenza di genere, una piaga sociale che richiede attenzione e azioni concrete per proteggere le vittime e prevenire futuri femminicidi. Gli sviluppi dell’indagine potrebbero portare a nuove scoperte riguardo alle misure di protezione e alle difficoltà che molte donne affrontano quotidianamente.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Laura Rossi

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