Fermo dei Nuovi Treni in Lazio: Indagini su Ritardi e Irregolarità alla Firema S.p.A.

Fermo dei Nuovi Treni in Lazio: Indagini su Ritardi e Irregolarità alla Firema S.p.A.

Il rinnovo della flotta ferroviaria nel Lazio, avviato nel 2018, è in stallo a causa di irregolarità nelle fidejussioni della Firema S.p.A., con indagini in corso e possibili risoluzioni contrattuali.
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Fermo dei Nuovi Treni in Lazio: Indagini su Ritardi e Irregolarità alla Firema S.p.A. - Gaeta.it

Il programma di rinnovo della flotta ferroviaria nel Lazio, avviato nel 2018 durante la campagna elettorale dell’ex Governatore Nicola Zingaretti, sta affrontando gravi difficoltà. Mentre si prospettava l’entrata in servizio di nuovi convogli, ad oggi non è giunta alcuna notizia riguardante la loro consegna. La situazione ha sollevato numerosi interrogativi tra le autorità regionali, ora impegnate in verifiche approfondite sulla regolarità delle fidejussioni presentate dalla Firema S.p.A., vincitrice del bando per la fornitura dei treni.

Il bando del 2018 e la gara vinta da Firema

Nel febbraio del 2018, in una conferenza stampa dedicata, il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, accompagnato dall’assessore regionale ai trasporti Michele Civita, annunciò un’importante iniziativa: il rinnovo dei treni per la Roma-Lido di Ostia e la Roma-Civita Castellana-Viterbo. La gara, gestita tramite un bando di gara comunitaria ristretta, si conclude con la vittoria della Firema S.p.A., una società con molta esperienza nel settore ferroviario. L’importo del contratto ammontava a 314 milioni di euro, che includeva la fornitura di 38 treni, suddivisi tra le diverse linee: 20 destinati alla Roma-Lido, 12 per il tratto urbano della Roma-Viterbo e 6 per il segmento extraurbano. A parte la fornitura, il contratto prevedeva anche la manutenzione dei convogli per un decennio.

Nonostante questo quadro promettente, a distanza di quasi sette anni dal bando, la situazione sembra essersi arenata. Attualmente non risultano consegne ed è sorta l’ipotesi di una possibile risoluzione del contratto da parte della Regione Lazio, dato che la mancata fornitura dei treni sta creando disagi ai cittadini e ai pendolari che utilizzano queste tratte vitali.

Indagini e irregolarità: l’esposto alla procura

Negli ultimi giorni, l’attenzione si è spostata su un esposto presentato alla Procura di Roma, firmato da due dirigenti regionali, Fabrizio Mazzenga e Giuseppe Ferrato. Questo documento richiede un approfondimento sulle fidejussioni fornite dalla Firema a garanzia degli accordi stipulati. Durante una serie di controlli congiunti, gli uffici regionali hanno infatti riscontrato che la società Sia Paybanco, indicata come garante per una parte dell’accordo, non è registrata tra i soggetti autorizzati. Tale irregolarità è emersa in un momento in cui si cominciano a chiarire i legami con altre società coinvolte, come la Banca di Lettonia, la quale ha escluso Paybanco tra gli istituti attivi nel settore delle garanzie.

I risultati delle indagini sono allarmanti. Non solo Paybanco risulta inattiva dal 2016, ma sono stati segnalati problemi anche con le fidejussioni presentate dalla Bothnia International, società di credito finlandese. Quest’ultima non offre sistemi di verifica per tali garanzie e la sua apparente utilizzazione in Italia appare come un vero e proprio inganno, con accuse di vendita di fidejussioni inesistenti tramite un sito web contraffatto.

La commissione trasparenza convocata per maggiore chiarezza

In questo contesto di confusione e preoccupazione, Massimiliano Valeriani, Presidente della Commissione Trasparenza della Regione Lazio, ha indetto una riunione per il 26 novembre. L’obiettivo è quello di far chiarezza sulla fornitura dei treni e sulla reale situazione della Firema. Durante la convocazione, si parlerà non solo dei 30 treni acquistati a gennaio 2022, ma anche delle mancate consegne dei primi due esemplari, la cui entrata in servizio era attesa per gennaio 2024.

Valeriani ha messo in evidenza il fatto che Firema S.p.A. ha un legame significativo con Invitalia, un ente pubblico controllato dal ministero dell’Economia. Questa connessione potrebbe facilitare l’intervento delle istituzioni per accelerare il processo di consegna dei treni. La Commissione intende analizzare se sono stati attuati tutti i passaggi necessari per ridurre ai minimi termini le tempistiche di attesa, un ritardo che ora pesa sul servizio pubblico e sulla qualità della vita dei pendolari.

La questione dei treni fermi, con un danno economico attualmente stimato in 56 milioni di euro, non è destinata a risolversi rapidamente. I prossimi sviluppi dell’indagine potrebbero rivelare ulteriore delicatezza all’interno della gestione dei contratti e della fornitura di servizi essenziali per la mobilità nella capitale e nel territorio laziale.

Ultimo aggiornamento il 21 Novembre 2024 da Sofia Greco

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