A 91 anni, Fernanda Santorsola scrive un libro autobiografico per commemorare la sua straordinaria carriera. Il volume, intitolato “La rivincita della memoria.. quando Eva sfidò Adamo ed entrò in Polizia”, è un tributo ai colleghi e amici che ha incontrato lungo il suo cammino professionale. Santorsola, già prima donna a guida della Squadra Mobile della Polizia di Stato in Italia, ha accolto proprio oggi nella sua casa gli ex membri della sua squadra, che l’hanno omaggiata con un mazzo di fiori per celebrare il suo straordinario percorso.
La carriera di un’icona della Polizia italiana
Fernanda Santorsola ha trascorso una vita dedicata al servizio nella Polizia di Stato, affrontando sfide nei momenti più complessi. Dopo il suo pensionamento, ha continuato a servire la comunità come Giudice di Pace ad Ancona, un’esperienza che ha confermato la sua dedizione al senso del dovere. Il suo libro non si limita a raccontare gli eventi professionali, ma esplora le emozioni e i ricordi vissuti durante gli anni di carriera. Ogni pagina è un invito a rivivere esperienze intense, arricchite da dettagli minuziosi e supportate da immagini storiche. Santorsola presenta un racconto immersivo che rispecchia quanto sia stato importante il suo ruolo per la Polizia e la società .
La straordinaria capacità di ricordare ogni fase del suo percorso la distingue come una professionista di eccellenza. La sua esperienza si estende in numerosi contesti operativi, affrontando difficoltà con un forte senso di integrità e professionalità . La sua carriera si svilupperà in un periodo critico della storia italiana, contrassegnata da reati complessi e situazioni ad alto rischio, che lei ha affrontato con determinazione e competenza.
Il libro: un mosaico di emozioni e ricordi
“La rivincita della memoria” non è un semplice resoconto di attività professionali, ma è un mosaico di storie e aneddoti. Santorsola riesce a condividere con il lettore non solo i fatti, ma anche l’umanità che emerge da ogni evento raccontato. La scelta di includere articoli di giornali e fotografie rende il libro un’opera significativa per chiunque sia interessato alla storia della Polizia in Italia, mostrando come le sfide siano state affrontate da una donna che ha aperto la strada a molte altre.
La narrazione di Santorsola è caratterizzata da uno stile diretto e coinvolgente, in grado di trasmettere la passione che ha nutrito per il suo lavoro. Ogni capitolo è un’opportunità per il lettore di entrare in contatto con le difficoltà e i trionfi che ha sperimentato. La sua voce si erge non solo come testimonianza di un passato professionale, ma come esempio di perseveranza e forza di volontà che ispira anche le generazioni future.
Lascito e riconoscimenti nella comunitÃ
Fernanda Santorsola non ha solo avuto un impatto diretto nel suo campo professionale, ma ha anche ispirato molti all’interno della comunità . A oggi, è riconosciuta per il suo contributo a una Polizia più inclusiva e aperta al genere femminile. La sua nomina a Capo della Squadra Mobile di Ancona segna una pietra miliare, non solo per la carriera della Santorsola ma anche per tutte le donne che aspirano a ruoli di leadership in ambito forense e investigativo.
Oggi, i membri della sua ex squadra e figure importanti della Polizia di Stato, come il commissario capo di Ancona, Daniela Iscaro, sono venuti a farle visita, portando con sé i saluti del Questore Cesare Capocasa. Tali riconoscimenti evidenziano quanto la sua carriera abbia lasciato un’impronta durevole e significativa non solo tra i colleghi, ma in tutta la società , contribuendo a costruire un’immagine della Polizia capace di funzionare e servire nel migliore dei modi.
In un’epoca dove le sfide sociali e culturali sono in continua evoluzione, il racconto di Fernanda rappresenta un faro di speranza e determinazione, riaffermando il valore del servizio pubblico. La sua storia continua a ispirare e a raccontare un’era della Polizia italiana che ha visto, finalmente, affermarsi le competenze delle donne in ruoli fondamentali.
Ultimo aggiornamento il 21 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina