La Federazione della cooperazione trentina ha recentemente celebrato il suo 130° anniversario, un’occasione per riflettere sull’importante contributo della cooperazione al tessuto sociale ed economico del Trentino. Fondata il 20 novembre 1895 grazie all’impegno di don Lorenzo Guetti e di molti altri cooperatori, l’organizzazione ha saputo crescere e adattarsi nel tempo, affrontando con determinazione le sfide del presente e mettendo in luce la necessità di prepararsi per il futuro.
Un bilancio significativo del movimento cooperativo
Durante la cerimonia di celebrazione, il presidente della Federazione, Roberto Simoni, ha messo in evidenza l’importanza del lavoro, della dedizione e del coraggio dei cooperatori, sottolineando come questi fattori abbiano contribuito a costruire un’organizzazione solida e vitale. Attualmente, la Federazione conta circa 300.000 soci, con oltre 23.000 addetti. Il valore della produzione supera i 3,9 miliardi di euro, mentre il patrimonio ammonta a 3,5 miliardi di euro, numeri che evidenziano la rilevanza economica del settore. Simoni ha indicato la digitalizzazione e l’attenzione all’ambiente come le sfide più significative da affrontare nei prossimi anni.
Il passaggio generazionale appare come un aspetto cruciale da tenere in considerazione. La necessità di coinvolgere le nuove generazioni e incoraggiare la nascita di nuovi cooperatori motivati è stata ribadita da Simoni, il quale ha avvertito che l’invecchiamento della classe dirigente può indebolire il movimento se non si introducono forze fresche.
La cooperazione tra passato e futuro
L’assessore provinciale Mario Tonina ha riconosciuto il valore della cooperazione nella storia del Trentino durante la cerimonia. Ha elogiato la Federazione per aver colto l’occasione di sottolineare l’importanza della cooperazione nel collegare passato e futuro. Secondo Tonina, sono stati raggiunti risultati significativi in 130 anni di impegno, che devono essere preservati e valorizzati. La cooperazione non è solo un modello economico, ma anche uno strumento essenziale per il benessere delle comunità locali.
Il vicepresidente della Federazione, Italo Monfredini, ha posto l’accento sul tema cruciale del rapporto tra autonomia e cooperazione. Ha affermato che la transgenerazionalità , il senso di comunità e il legame tra cooperazione e autonomia saranno le parole chiave nella riflessione per i prossimi anni. Monfredini ha anche menzionato un progetto in collaborazione con la Fondazione Museo Storico di Trento, che prevede interviste con l’attuale classe dirigente per recuperare la memoria storica e ricostruire una mappatura antropologica della cooperazione nel Trentino.
Attività future e progettualità innovativa
Il programma di celebrazioni comprende una serie di progetti del tutto innovativi. Una mostra interattiva è prevista per il prossimo autunno, mentre una ricerca intitolata “Prospettive Cooperative. Prepararsi alle sfide future” è stata presentata da Jenny Capuano, responsabile dell’Area cultura e cooperazione. Questo progetto coinvolgerà istituzioni di prestigio come l’Ocse, l’Euricse, Skopìa e l’Università di Trento, contribuendo a delineare le sfide future della cooperazione.
Capuano ha spiegato che l’idea è quella di proiettarci al 2050, per comprendere se la cooperazione sarà ancora un modello efficace per soddisfare le esigenze delle comunità future. L’approccio si basa sull’analisi delle trasformazioni sociali ed economiche in atto, con l’obiettivo di adattare il modello cooperativo alle necessità emergenti. Questo lavoro di ricerca rappresenta un passo importante verso il futuro della cooperazione trentina, assicurando un legame duraturo tra tradizione e innovazione.