Filippo Timi presenta "Salòme l’Ammazza Re": un concerto teatrale che rielabora il mito di Salomè

Filippo Timi presenta “Salòme l’Ammazza Re”: un concerto teatrale che rielabora il mito di Salomè

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Filippo Timi presenta "Salòme l’Ammazza Re": un concerto teatrale che rielabora il mito di Salomè - Gaeta.it

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Filippo Timi, noto attore e regista, torna in scena con la sua ultima opera, “Salòme l’Ammazza Re”. In questo spettacolo, Timi reinventa il mito di Salomè, una figura iconica che attraversa culture e epoche. Con un mix di monologhi, musica, videoarte e danza, la pièce si configura come un concerto rock, promettendo un’esperienza avvolgente e innovativa. La prima nazionale avrà luogo il 1 agosto alla Casa del Jazz e rappresenta un importante appuntamento per il panorama teatrale italiano.

un’artista poliedrico: la carriera di Filippo Timi

il talento versatile di Timi

Filippo Timi è una figura eclettica nel panorama artistico italiano. Con una carriera che spazia dal teatro al cinema, è noto per la sua capacità di interpretare ruoli complessi e controversi. Timi ha lavorato con importanti registi del cinema italiano, come Marco Bellocchio, Gabriele Salvatores e Ferzan Özpetek. Inoltre, ha esplorato il mondo della serialità con progetti come il thriller “Dostoevskij” dei fratelli D’Innocenzo. La sua versatilità si estende anche alla scrittura e alla pittura, rendendolo un artista multidimensionale.

Salomè: una figura dai molteplici significati

Nella sua ultima opera, Timi affronta il mito di Salomè, un personaggio ricco di contraddizioni e fascinazione. Salomè, la danzatrice che chiese la testa di Giovanni Battista, è stata rappresentata in molte forme artistiche, dalla pittura di Caravaggio alle opere di Oscar Wilde e Richard Strauss. Timi si ispira a queste interpretazioni, ma offre una nuova lettura della figura, facendone una musa che incarna l’inarrivabilità e l’intensità della giovinezza, della passione e dell’amore impossibile.

un’opera innovativa: la struttura de “Salòme l’Ammazza Re”

un concerto rock a teatro

“Salòme l’Ammazza Re” si distingue per la sua originale struttura, presentando dodici monologhi che si intrecciano con la musica e le arti visive. Timi descrive l’opera come un concerto rock, dove ogni capitolo offre una nuova “traccia” all’interno di un percorso narrativo. A supporto di questo impatto visivo e sonoro, la danza di Mattia Chiarelli aggiunge un ulteriore strato di espressione artistica, creando un universo in cui il corpo diventa simbolo di una lotta interna.

la visione creativa di Timi

L’approccio di Filippo Timi nella creazione di “Salòme l’Ammazza Re” mette in evidenza la sua esigenza di esplorare la creatività a tutti i livelli. Dalla cura dei costumi alla costruzione scenica, l’artista manifesta una dedizione meticolosa. Nell’opera, afferma di voler recitare “per il cielo nascosto dentro a ogni singolo spettatore”, suggerendo un profondo desiderio di connessione emotiva con il pubblico. La mise en scène, caratterizzata da elementi fantastici come un paracadute e un tappeto volante, riflette l’immaginazione vivace di Timi e la complessità del tema trattato.

affrontare le sfide personali: la vita di Filippo Timi

la scoperta di sé e l’equilibrio personale

Filippo Timi racconta di come, a cinquant’anni, si senta più centrato e in equilibrio rispetto al passato. L’artista condivide le sue riflessioni sulla felicità, sottolineando che essa va meritata e che l’ascolto interiore è fondamentale. Con un’esperienza di vita che include successi e sfide, Timi approccia la sua carriera e la sua vita personale con una nuova serenità, ispirata dal desiderio di trovare armonia.

la sfida della vista: un’ostacolo creativo

Nonostante la sua carriera sia segnata da una patologia visiva, il morbo di Stargardt, Timi affronta questa limitazione con resilienza. Con una visione ridotta ai contorni, prima di tutto rifiuta di farsi definire da un handicap. Propone una filosofia di vita incentrata sull’immaginazione e sulla capacità di reinterpretare le difficoltà, sostenendo che ogni ostacolo può diventare un’occasione per esplorare nuove strade creative. La sua apertura e la sua ottimizzazione trasformano, dunque, le limitazioni in una forza motrice.

“Salòme l’Ammazza Re” non è solo un’opera teatrale, ma un invito a riflettere sull’arte e sulla vita, offrendo un’occasione unica per immergersi nella complessità dell’esistenza attraverso la lente di un artista straordinario come Filippo Timi.

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