La situazione della finanza pubblica e della sanità in Abruzzo registra segnali di forte criticità. Le recenti decisioni della giunta Marsilio e le manovre del governo Meloni si riflettono direttamente sulle tasche dei cittadini e sulla qualità dei servizi locali. Sotto pressione, comuni e province devono affrontare tagli importanti, mentre aumenta la pressione fiscale, generando preoccupazioni diffuse tra le famiglie abruzzesi.
La situazione finanziaria degli enti locali abruzzesi tra tagli e aumenti fiscali
In Abruzzo, i Comuni e le Province si trovano a gestire una riduzione significativa delle risorse disponibili. Il decreto del Ministero dell’Interno del 4 marzo 2025 prevede che i comuni perdano oltre 30 milioni di euro nei prossimi anni, mentre le province dovranno fare a meno di più di 3 milioni di euro. Questi tagli si aggiungono a quasi 9 milioni di euro accantonati dalla Regione nel 2024 per essere trasferiti allo Stato centrale, una manovra che impoverisce ulteriormente le autonomie locali.
Impatto sui servizi essenziali
Il risultato di queste riduzioni è che i comuni hanno meno denaro per servizi essenziali e manutenzione del territorio. Di fronte a questa scarsità finanziaria, l’amministrazione regionale ha scelto di coprire il disavanzo sanitario, giudicato fuori controllo, aumentando la pressione fiscale sugli abruzzesi. Questo significa che le famiglie si trovano a pagare più tasse, mentre i servizi pubblici rischiano di subire pesanti riduzioni, rischiando di compromettere l’assistenza sanitaria e altri servizi fondamentali.
L’origine del disavanzo sanitario e la risposta della giunta marsilio
Il problema del disavanzo sanitario abruzzese non è recente. Già nell’aprile 2024, il tavolo ministeriale di monitoraggio aveva segnalato uno squilibrio rilevante nelle casse della sanità regionale. Gli esperti avevano indicato che una possibile soluzione fosse l’aumento delle imposte, ma la giunta Marsilio ha ignorato quegli avvisi per mesi.
Gestione della giunta marsilio
Invece di affrontare con rigore il problema, sono proseguiti finanziamenti discrezionali e spese non controllate, che hanno aggravato la situazione. A quel punto, l’aumento delle tasse è diventato inevitabile e, secondo quanto denunciato dalla consigliera regionale Erika Alessandrini del Movimento 5 Stelle, poteva essere evitato o quantomeno limitato con una gestione più attenta e trasparente delle risorse.
Questa decisione ha ripercussioni dirette sui cittadini, che si trovano a dover fronteggiare una maggiore pressione fiscale senza vedere alcun beneficio tangibile dagli interventi della giunta o del governo centrale. Le misure tributarie nazionali, infatti, vengono completamente assorbite dagli aumenti decisi in Regione, annullando ogni possibile sgravio.
Un contesto economico difficile peggiora l’impatto sulle famiglie abruzzesi
L’aumento della pressione fiscale e i tagli ai trasferimenti si inseriscono in un momento particolarmente delicato per l’economia abruzzese. Il costo della vita continua a salire, mettendo sotto pressione le famiglie e i lavoratori. Le imprese locali affrontano difficoltà crescenti, anche a causa dei dazi imposti dagli Stati Uniti, che colpiscono le esportazioni regionali.
In questo contesto il governo e la giunta regionale scelgono di ridurre gli investimenti nei servizi pubblici e di aumentare prelievi fiscali, decisioni che rischiano di aggravare la situazione di crisi e di impoverire ulteriormente il tessuto sociale e produttivo abruzzese. La contrazione delle risorse disponibili rende difficili interventi di sostegno alle famiglie, mentre le aziende faticano a mantenere la propria competitività.
Le accuse del movimento 5 stelle: la politica regionale scarica sui cittadini il fallimento gestionale
Il Movimento 5 Stelle ha denunciato duramente la gestione della finanza pubblica e della sanità in Abruzzo definendola un fallimento che si scarica direttamente sui cittadini. Secondo la consigliera regionale Erika Alessandrini, l’aumento delle tasse e i tagli ai trasferimenti rappresentano lo strumento con cui giunta e governo cercano di nascondere errori e carenze nella gestione della regione.
Il movimento accusa l’amministrazione di un uso arbitrario dei fondi e di aver ignorato per troppo tempo gli allarmi inviati dal governo centrale. Sottolinea inoltre che le attuali manovre comportano un peggioramento della qualità della vita e della tenuta economica delle comunità locali. Il rischio è che le istituzioni, invece di servire i cittadini e difendere le autonomie territoriali, finiscano per usarle come fonte di risorse per coprire errori politici e di gestione.
Il dibattito su finanza pubblica e sanità in Abruzzo resta aperto e ancora difficile, senza segnali di una soluzione rapida capace di alleggerire il peso sulle famiglie e su comuni e province sempre più sotto pressione.