L’industria navale italiana sta vivendo un momento cruciale grazie all’interesse crescente verso il nucleare come fonte energetica per le navi. Recentemente, Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, ha posto in evidenza il potenziale dell’energia nucleare, soprattutto tramite l’uso di reattori più piccoli, con l’intento di equipaggiare non solo sommergibili e portaerei, ma anche navi di dimensioni più contenute. Questa prospettiva ha stimolato un ampio dibattito sul futuro della navalità militare e sulla sostenibilità ambientale.
Il nucleare nei progetti di Fincantieri
Fincantieri sta investendo nello sviluppo di tecnologie nucleari come parte della sua transizione energetica. Folgiero ha illustrato come l’adozione di questi reattori potrebbe diventare un elemento distintivo per l’azienda e un fattore chiave nella sua strategia per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero per le nuove navi. La collaborazione con vari attori, tra cui Newcleo, nonché il coinvolgimento nel programma francese Iter, evidenziano l’impegno del gruppo nel ricercare soluzioni sostenibili per il futuro marittimo.
Questa nuova visione per il nucleare ha l’obiettivo di integrare un sistema energetico avanzato nelle operazioni navali. Grazie a innovazioni tecnologiche e partnership strategiche, Fincantieri cerca di posizionarsi all’avanguardia nel settore, dimostrando come il nucleare possa essere una risorsa preziosa non solo sul piano energetico, ma anche per migliorare le performance operative dei mezzi militari.
Progetto Minerva: un passo verso l’energia nucleare navale
Il progetto Minerva rappresenta una delle iniziative più significative per il futuro dell’energia nucleare a bordo delle navi. Questo programma, parte del Piano nazionale della ricerca militare, si propone di esplorare l’integrazione dei reattori nucleari di nuova generazione su navi militari di linea. L’obiettivo è la produzione e generazione di energia in un contesto marittimo, un’area dove attualmente non ci sono applicazioni navali consolidate.
Con un bando da 2,1 milioni di euro lanciato dalla Direzione degli Armamenti Navali del ministero della Difesa, il progetto si articola in tre principali fasi: l’analisi del possibile utilizzo dei reattori nucleari, uno studio specifico con la progettazione concettuale di un’unità combattente nucleare, e infine, un confronto tra un’unità esistente e una a propulsione nucleare. Questa serie di studi mira a identificare i benefici e le sfide associate all’implementazione di tecnologie nucleari nelle forze armate.
L’associazione temporanea d’impresa e il futuro della propulsione nucleare
Per sostenere il bando della Difesa e massimizzare le possibilità di successo, Fincantieri ha guidato un’associazione temporanea di imprese. Questo raggruppamento comprende Cetena, un centro di ricerca marittimo, insieme a Ansaldo Nucleare, Rina Services e l’Università degli Studi di Genova. La squadra combina expertise multidisciplinari, pronta a rispondere alle sfide poste dal ministero e a fare avanzare la ricerca nel campo della propulsione nucleare.
Fincantieri ha già dimostrato un forte interesse per queste tecnologie, collaborando con Newcleo e Rina al fine di esplorare le applicazioni dei piccoli reattori modulari raffreddati a piombo. Con l’intento di sviluppare soluzioni che possano rivoluzionare il settore navale, l’azienda sta ponendo le basi per un futuro in cui il nucleare potrebbe diventare una realtà nel campo della navigazione militare, contribuendo al cambiamento massivo nell’approccio all’energia nel settore marittimo.