Fisco, arresti a Genova: smantellata associazione per frodi fiscali da 3,8 milioni di euro

Fisco, arresti a Genova: smantellata associazione per frodi fiscali da 3,8 milioni di euro

A Genova, la Guardia di Finanza ha arrestato tre membri di una famiglia accusati di frodi fiscali per oltre 3,8 milioni di euro, con indagini in corso su ulteriori irregolarità.
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Fisco, arresti a Genova: smantellata associazione per frodi fiscali da 3,8 milioni di euro - Gaeta.it

A Genova, la Guardia di Finanza ha effettuato una serie di arresti che ha colpito un nucleo familiare accusato di frodi fiscali di notevole entità. Tre persone sono state arrestate, due delle quali sono state portate in carcere e una agli arresti domiciliari. Un quarto membro della famiglia, coinvolto nella vicenda, è stato sottoposto all’obbligo di dimora. L’inchiesta, diretta dal pubblico ministero Giancarlo Vona, ha portato alla luce un sistema consolidato di sottrazione delle imposte.

I dettagli dell’indagine: frodi dal 2009 al 2024

Le indagini sono scaturite da controlli anti-riciclaggio condotti dalla Guardia di Finanza. Secondo le ricostruzioni, i quattro arrestati, gestori di un’attività di “compra oro”, avrebbero creato un’associazione per frodare il fisco italiano. I trasferimenti simulati di beni e denaro ai danni del fisco avrebbero interessato un periodo compreso tra il 2009 e ottobre 2024.

In particolare, padre e figlio avrebbero effettuato movimenti di denaro per circa 400 mila euro e avrebbero trasferito beni intestandoli a membri della famiglia, come la moglie e la figlia, al fine di eludere le richieste di pagamento dell’Erario. Gli investigatori hanno scoperto che l’associazione avrebbe accumulato debiti con l’amministrazione fiscale per un totale superiore a 3,8 milioni di euro, derivanti da imposte sui redditi e IVA.

Un aspetto emerso dalle indagini è che, nonostante la loro posizione finanziaria vantaggiosa, i membri della famiglia non presentavano dichiarazioni dei redditi da anni. Il patrimonio immobiliare, stimato in circa 3 milioni di euro, non era mai stato dichiarato, creando ulteriori sospetti nei confronti degli arrestati.

Metodi di evasione: residenza all’estero e creazione di trust

Il modus operandi della famiglia non si limitava ai semplici trasferimenti di beni. Gli indagati avrebbero adottato strategie più complesse per nascondere la loro attività fraudolenta, tra cui il trasferimento fittizio della residenza all’estero. Quel che rende la situazione ancora più intricata è la creazione di un “trust” di diritto italiano, strumento che avrebbero utilizzato per ulteriormente celare i loro beni e redditi.

Queste manovre sono state attentamente documentate dagli inquirenti, contribuendo a costruire un quadro dettagliato e giuridicamente solido delle attività illecite messe in atto. La complessità della situazione e l’ammontare delle frodi hanno reso indispensabile il sequestro preventivo di beni e capitali, a garanzia del risarcimento delle tasse non pagate.

Le misure cautelari: sequestro di beni e indagini in corso

In seguito alle delicate indagini, il giudice ha disposto il sequestro preventivo di beni per un valore di circa 400 mila euro, comprendente due automobili, cinque immobili e quote di partecipazione in società attive nel settore del “compra oro”. Questa azione sottolinea l’importanza delle misure cautelari nell’ambito delle frodi fiscali, con l’obiettivo di evitare che i beni possano essere dissipati.

Le indagini non si fermano qui. È previsto un approfondimento analitico su ulteriori possibili anomalie nella gestione patrimoniale della famiglia e sul coinvolgimento di eventuali complici. Pertanto, il caso rimane aperto e sotto osservazione.

Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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