A volte si pensa che l’accessibilità sia solo una questione di rampe e ascensori. Ma chi ogni giorno affronta il mondo con una disabilità sa che è molto di più: significa sentirsi accolti, avere punti di riferimento, non doversi arrangiare. E proprio per questo, la notizia che gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino abbiano ottenuto il livello 2 dell’accreditamento AEA non è solo una buona notizia per i viaggiatori: è una conquista di civiltà.
Aeroporti di Roma (Adr) è riuscita dove nessun altro aeroporto italiano era mai arrivato. Il riconoscimento, rilasciato da ACI World, è un segnale forte: Roma è tra i primi scali in Europa ad aver fatto davvero dell’accessibilità una priorità. Insieme a città come Istanbul, Londra o Vienna, Fiumicino e Ciampino entrano in una lista molto ristretta di luoghi dove l’accoglienza non si improvvisa, si costruisce.
L’accessibilità non si aggiunge: si progetta
Questo traguardo non arriva per caso. Già nell’estate del 2024, Adr aveva ottenuto il primo livello. Ma da allora, ha fatto un passo in più: ha cominciato a ripensare le strutture alla radice, partendo da un principio semplice e potente – Universal Design – che vuol dire progettare pensando a tutti, fin dal primo disegno. Non è un’aggiunta, non è un ripiego. È il modo giusto di fare le cose.
E non si è trattato solo di prendere misure tecniche o seguire protocolli. Adr ha deciso di coinvolgere direttamente le associazioni che ogni giorno vivono, accompagnano e rappresentano le persone con disabilità. Le ha ascoltate. E chi ascolta davvero, poi cambia davvero.
Viaggiare con dignità, viaggiare sereni
Per rendere questo lavoro concreto, Adr ha una struttura dedicata: Adr Assistance, che non si limita a fornire un servizio, ma si prende cura delle persone. Non è solo un supporto pratico: è una presenza che aiuta, guida, accompagna. Con delicatezza, con attenzione, con umanità. Perché sentirsi accolti, quando si viaggia, fa la differenza.
A raccontare questo percorso è anche Marco Troncone, amministratore delegato di Adr, che non usa giri di parole: “L’aeroporto deve essere un luogo per tutti. L’accessibilità non è una gentilezza, è un diritto. E il nostro impegno è far sì che quel diritto venga rispettato ogni giorno, non solo sulla carta.”
Un riconoscimento, un punto di partenza
Il premio sarà consegnato ufficialmente a settembre, durante un forum internazionale in Cina, ma il suo significato va ben oltre la cerimonia. Non è un punto d’arrivo: è una tappa di un cammino lungo e necessario. Fiumicino e Ciampino dimostrano che è possibile costruire ambienti accessibili, accoglienti, umani.
Forse anche altri aeroporti italiani, dopo questo riconoscimento, prenderanno spunto. Perché l’inclusione vera non è fatta di proclami, ma di scelte, investimenti, dettagli. E soprattutto di persone che non vogliono lasciare indietro nessuno.
Roma lo ha fatto. E oggi chi parte da qui, forse parte un po’ più sereno. Un po’ più libero.