Fiumicino: muro di cemento eretto di notte, cresce la tensione per il progetto del nuovo porto crocieristico

Fiumicino: muro di cemento eretto di notte, cresce la tensione per il progetto del nuovo porto crocieristico

Un muro di cemento eretto attorno alla spiaggia del Vecchio Faro di Fiumicino suscita proteste locali, bloccando l’accesso all’area destinata a un controverso Porto Crocieristico in fase di valutazione.
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Fiumicino: muro di cemento eretto di notte, cresce la tensione per il progetto del nuovo porto crocieristico - Gaeta.it

Un muro di cemento ha fatto la sua apparizione da poche ore attorno alla spiaggia vicino al Vecchio Faro di Fiumicino, un’area che si trova alle porte di Roma. La barriera, eretta durante la notte, ha suscitato il malcontento degli abitanti e ha bloccato l’accesso all’area, dove si prevede la costruzione di un nuovo Porto Crocieristico, parte integrante dei progetti legati al Giubileo. Il muro, scoperto dai residenti al risveglio, ha spinto i comitati locali, contrari all’opera, a chiedere chiarimenti al Comune, sottolineando che il progetto è attualmente in attesa di una valutazione di impatto ambientale.

Il muro di protezione e le dichiarazioni della società

Fiumicino Waterfront Srl, la società che ha ottenuto la concessione demaniale per l’area, ha dichiarato che la costruzione del muro è stata realizzata per garantire la protezione dell’area assegnata. Secondo l’azienda, la struttura serve a delineare chiaramente la zona sotto la propria responsabilità rispetto a quella del Comune. La società ha precisato che gli interventi non riguardano la realizzazione del Porto, poiché l’iter autorizzativo è ancora in corso. Tuttavia, le parole di Fiumicino Waterfront non sembrano placare le preoccupazioni della cittadinanza e dei gruppi politici che si oppongono al progetto.

Le motivazioni comunicate dalla società non sono sufficienti per rassicurare i cittadini. Molti temono che la costruzione del porto porti a un’urbanizzazione insostenibile e che l’area subirà un impatto negativo. Il muro, a loro avviso, è il segnale di un avanzamento del progetto che essi considerano inaccettabile.

Reazioni politiche e preoccupazioni ambientali

La costruzione del muro ha attirato critiche da parte di diversi esponenti politici. Gianluca Peciola, attivista locale, ha messo in evidenza come il porto crocieristico stia prendendo forma, ma solo attraverso “passi di cemento”. Dal canto suo, Filiberto Zaratti, deputato di Avs, ha presentato un’interrogazione ai ministri competenti e ha evidenziato il rischio che il progetto possa trasformarsi in una fonte di profitto per grandi compagnie, a discapito della comunità locale. “È un progetto che non porterà ricchezza alla comunità, ma solo nuove difficoltà,” ha affermato, puntando il dito contro gli speculatori che potrebbero trarne vantaggio.

Alessandra Maiorino, vicecapogruppo M5S al Senato, ha espresso il suo disappunto, interrogandosi sul bisogno di operare di nascosto per avanzare un piano privato per un porto crocieristico che, a suo avviso, rappresenta un grave danno per il territorio e il suo ecosistema. Le voci contrarie sembrano mobilitarsi sempre di più, creando un fronte unito contro l’iniziativa.

Questioni legali e preoccupazioni economiche

L’opposizione al porto non riguarda solo le questioni ambientali, ma si estende anche a preoccupazioni di natura legale ed economica. Claudio Marotta, consigliere regionale di Sce, ha sollevato dei dubbi sull’attuale titolo di concessione posseduto da Fiumicino Waterfront, che è focalizzato su attività di porto turistico. Marotta ha avvertito che la possibile trasformazione in porto crocieristico, senza una nuova valutazione, potrebbe compromettere l’equilibrio del mercato e arrecare danno all’economia locale. Le sue parole riflettono il sentiment di molti cittadini e associazioni, preoccupati di come questo progetto possa impattare il loro futuro.

Mentre la tensione cresce, la cittadinanza di Fiumicino resta in attesa di risposte e chiarimenti sulle reali conseguenze di questa nuova struttura, che per ora appare come un simbolo di conflitto tra sviluppo e tutela del territorio.

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