Fiumicino: un modello di eccellenza, ma il futuro è a rischio
L’aeroporto di Roma Fiumicino si conferma anno dopo anno come uno dei migliori scali internazionali, con quasi 50 milioni di passeggeri nel 2024 e numerosi riconoscimenti per la qualità del servizio. Tuttavia, dietro questo successo si cela una crescente preoccupazione: la necessità di una quarta pista per supportare l’espansione dell’aeroporto si scontra con ritardi burocratici e mancate approvazioni.
Il traffico aereo è in costante crescita e, secondo le proiezioni, nel 2025 si potrebbero superare i 200.000 passeggeri giornalieri. Il rischio? Un’infrastruttura insufficiente a sostenere la domanda, con conseguenze non solo per i viaggiatori, ma anche per il futuro di Ita Airways e della sua integrazione con Lufthansa, uno dei più importanti progetti strategici del Paese.
Il dossier bloccato tra ministeri e Palazzo Chigi
A livello tecnico, il piano di espansione è gestito dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma politicamente la questione sembra essere ferma a Palazzo Chigi. Nonostante l’incontro dell’aprile 2024 tra Giampiero Massolo, presidente della holding Mundys (che controlla Aeroporti di Roma), e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il dossier non si sblocca.
L’attesa per l’approvazione si fa sempre più pressante, soprattutto considerando che la sola realizzazione della quarta pista richiederebbe almeno tre anni di lavori. Il ritardo nell’avvio dei cantieri potrebbe avere un impatto significativo sulla capacità operativa dell’aeroporto nei prossimi anni, con una situazione di saturazione sempre più evidente.
Un masterplan ambizioso per un hub di livello mondiale
Il piano di espansione di Aeroporti di Roma (AdR) punta a trasformare Fiumicino in una struttura in grado di accogliere fino a 100 milioni di passeggeri all’anno. Il progetto, già rivisto per ridurre l’impatto ambientale, prevede un ampliamento di circa 260 ettari, con 151 ettari situati in una riserva naturale, anche se gran parte del territorio verrebbe compensato o restituito sotto forma di aree verdi.
La quarta pista sarebbe realizzata all’interno del sedime aeroportuale, parallela alla pista 3 e più distante dalle zone residenziali. Inoltre, la pista 1 verrebbe accorciata di 400 metri e utilizzata solo in fasce orarie di picco. Parallelamente, il piano prevede interventi infrastrutturali esterni, tra cui il raddoppio dell’arteria viaria che collega l’aeroporto alla Capitale. Un’opera di cui dovrebbe occuparsi Anas, ma per la quale AdR si è dichiarata disponibile a investire 250 milioni di euro, da aggiungere ai 4,5-5 miliardi di euro già previsti per l’espansione aeroportuale.
Il tempo stringe: il rischio di un’infrastruttura sotto stress
Secondo le analisi interne, la situazione di saturazione operativa è già evidente e peggiorerà nei prossimi anni. Il 2024 è stato un anno di sofferenza per il terminal nei giorni di picco, con i gate d’imbarco utilizzati al massimo della capacità. Nel 2026 sarà inaugurato il nuovo Molo D con 14 nuovi gate, ma non sarà sufficiente per gestire il flusso crescente di passeggeri.
Anche le piste di decollo e atterraggio saranno messe a dura prova, con fasce orarie critiche tra le 7-10 del mattino e le 19-21 di sera. Attualmente, lo scalo gestisce fino a 90 slot orari tra decolli e atterraggi, con margini di manovra sempre più ridotti. Il problema diventerà ancora più evidente nel 2027-2028, quando il volume di passeggeri potrebbe superare la capacità massima di 60-62 milioni di viaggiatori annui.
La concorrenza internazionale avanza: Fiumicino rischia di restare indietro?
Mentre l’Italia discute e rimanda, gli altri grandi hub internazionali non stanno a guardare. Istanbul ha già avviato un ulteriore ampliamento del suo scalo, mentre Dubai e Doha continuano a drenare traffico grazie a investimenti multimiliardari. A breve, anche Riyadh entrerà in gioco con un nuovo aeroporto e il lancio di Riyadh Air, destinata a diventare una delle compagnie aeree di riferimento in Medio Oriente.
Nel frattempo, in Europa, il governo britannico ha approvato l’espansione di Londra Heathrow e Gatwick, mentre Lisbona ha già ricevuto il via libera per la costruzione di un nuovo impianto aeroportuale. Se l’Italia non agirà in fretta, Fiumicino rischia di perdere la sua posizione di hub strategico, compromettendo non solo la crescita del traffico aereo, ma anche il futuro della compagnia di bandiera Ita Airways.
Un bivio cruciale per il futuro di Fiumicino
Il destino dell’aeroporto di Roma Fiumicino è a un punto di svolta. Da un lato, il riconoscimento internazionale per la qualità dei servizi e la crescita esponenziale del traffico passeggeri; dall’altro, la necessità di un’approvazione rapida del piano di espansione per evitare una crisi operativa nei prossimi anni.
Il tempo per le decisioni è ormai agli sgoccioli. Gli esperti avvertono che, se i lavori non inizieranno subito, l’hub romano rischia di non essere più in grado di rispondere alla domanda di viaggio con efficacia, mettendo a repentaglio non solo la competitività dello scalo, ma anche il ruolo di Fiumicino come snodo centrale del trasporto aereo internazionale.
L’appello di Aeroporti di Roma, delle compagnie aeree e degli operatori del settore è chiaro: la politica deve intervenire con urgenza per sbloccare il progetto e garantire un futuro sostenibile al più importante aeroporto italiano.