Una mattina movimentata ha caratterizzato il corso Regina Margherita a Torino, dove un piccolo gruppo di attivisti del comitato Sì Tav – Sì Lavoro ha dato vita a un flash mob davanti alla sede del centro sociale Askatasuna. Questo evento di protesta, pensato come un presidio simbolico, si è rapidamente trasformato in un’occasione di scontro verbale, con insulti e provocazioni che hanno infiammato gli animi.
Il racconto di un testimone e l’intervento delle forze dell’ordine
Mino Giachino, il promotore del comitato Sì Tav – Sì Lavoro, ha fornito dettagli sull’accaduto. Giachino ha affermato che il gruppo, composto da sei persone, aveva in programma un’iniziativa pacifica. Tuttavia, la situazione è degenerata quando alcuni attivisti di Askatasuna si sono avvicinati e hanno iniziato a lanciare insulti contro il gruppo di Giachino. Le forze della Digos, già presenti per monitorare l’incontro, hanno prontamente preso misure per evitare l’escalation in scontri fisici. Grazie al loro intervento, non si sono registrati feriti né denunce, ma l’atmosfera è rimasta tesa per un certo periodo.
Questo episodio evidenzia come le divergenze di opinione sulla questione della Torino-Lione continuino a generare conflitti visibili nel tessuto sociale torinese. I dibattiti tra sostenitori e oppositori della Tav non sono una novità, ma la scelta di manifestare di fronte a un centro sociale noto per il suo attivismo ha acceso ulteriormente le polemiche.
La campagna di sensibilizzazione del comitato Sì Tav – Sì Lavoro
L’iniziativa di questa mattina si inserisce in una più ampia strategia di sensibilizzazione a favore del progetto della Torino-Lione. Giachino ha dichiarato: «Saremo ovunque, anche in Valle di Susa», sottolineando l’impegno del comitato a portare avanti la propria causa. L’obiettivo è rendere pubbliche le problematiche legate ai ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali, che, secondo il loro punto di vista, potrebbero avere gravi conseguenze per l’economia locale. «I ritardi sulla Tav ci costeranno carissimi. Pagheranno tutti, tranne i militanti dei centri sociali», ha aggiunto Giachino, evidenziando la responsabilità economica percepita dai sostenitori della Tav nei confronti del territorio.
Il contesto di conflitto tra i gruppi pro e contro Tav
L’azione del comitato si colloca all’interno di un dibattito che si protrae da anni in Piemonte, con i gruppi Sì Tav e No Tav che si fronteggiano frequentemente. La storicità del centro sociale Askatasuna ha ulteriormente complicato il quadro, rendendo il luogo scelto per la manifestazione un simbolo emblematico delle tensioni esistenti. La polemica tra i due gruppi non è solo una questione locale; rappresenta un conflitto ben più ampio su come e se investire nelle infrastrutture, in un momento in cui la sostenibilità economica e ambientale è centrale nel dibattito pubblico.
Questa situazione potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase di attivismo da parte del comitato Sì Tav – Sì Lavoro, con l’intenzione di galvanizzare ulteriormente i sostenitori della realizzazione della Tav, anche confrontandosi direttamente con i gruppi opposti sui territori in cui il progetto è previsto. Il clima rimane teso a Torino, testimoniando un’eterna disputa che sembra lontana dalla conclusione.