Flop di Hamilton al Gran Premio del Giappone: analisi della gara e delle strategie in pista

Flop di Hamilton al Gran Premio del Giappone: analisi della gara e delle strategie in pista

Hamilton delude con la Ferrari, chiudendo settimo nel Gran Premio del Giappone, mentre la McLaren conquista il podio ma frena Piastri in una gestione conservativa delle posizioni.
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Flop di Hamilton al Gran Premio del Giappone: analisi della gara e delle strategie in pista - Gaeta.it

In Giappone, Hamilton ha affrontato un’altra delusione con la Ferrari, chiudendo in settima posizione. Dopo un susseguirsi di eventi, la strategia adottata non ha portato ai risultati sperati. La gara, corsa sul circuito di Suzuka, ha visto i piloti rispettare le posizioni di partenza, ma l’inglese ha faticato a guadagnare terreno, rimanendo lontano dalle vetture di testa, rappresentate da Mercedes e McLaren.

La strategia flop di Hamilton nel Gran Premio

Dopo le qualifiche, Hamilton si trovava all’ottavo posto, una posizione che non prometteva grandi risultati. Prima della gara, Hamilton ha dichiarato di aver scelto un assetto diverso rispetto a quello del compagno di squadra, Leclerc, che ha concluso quarto. La speranza di Hamilton era che una strategia differente potesse portare benefici in gara, ma così non è stato.

Il pilota britannico è stato uno dei pochi a partire con gomme dure, una scelta progettata per allungare i tempi tra i pit stop. Questa strategia prevedeva una sola fermata ai box, puntando a guadagnare posizioni a lungo termine. Tuttavia, i suoi avversari hanno dimostrato di saper gestire le gomme in modo efficace, consentendo anche a loro di fermarsi una sola volta. Nonostante la gara fosse scorsa tranquilla, senza incidenti da segnalare, la strategia di Hamilton è risultata inefficace, poiché molte delle vetture nella zona punti sono riuscite a mantenere il loro vantaggio.

La mancanza di una safety car ha amplificato il fallimento della strategia di Hamilton e della Ferrari. Dunque il rischio di puntare su gomme dure non ha pagato, costringendo Hamilton a rimanere intrappolato nel gruppo, senza possibilità di guadagnare punti significativi.

Le decisioni conservative della McLaren

La McLaren ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel Gran Premio, con Piastri e Norris che hanno concluso rispettivamente al secondo e terzo posto. Tuttavia, la gara ha rivelato delle scelte discutibili da parte del team in merito alla gestione dei due piloti. Piastri si è trovato in una posizione favorevole, non riuscendo però a superare Norris, nonostante il suo passo fosse nettamente migliore negli ultimi giri.

Quando Piastri ha tentato di comunicare con il suo muretto per richiedere il via libera, la risposta è stata un silenzio assoluto. Il team ha optato per una gestione prudente, mantenendo le gerarchie tra i piloti e impedendo qualsiasi tentativo di sorpasso. Questo approccio ha comunque garantito alla McLaren un buon bottino di punti, incrementando il distacco nel Mondiale Costruttori, ma ha lasciato un certo rammarico per Piastri, che si è sentito frustrato dalla mancanza di opportunità di lottare per un posto migliore.

La decisione della McLaren di non consentire gareggiate tra i propri piloti ha sollevato interrogativi sulle dinamiche interne al team. Mantenere l’ordine, pur essendo una strategia valida, ha potuto limitare le possibilità di Piastri e ha spinto a riflessioni su come gestire le prossime gare, soprattutto considerando la competitività crescente dell’australiano.

Nell’analisi finale, il Gran Premio del Giappone ha fornito spunti interessanti sulle strategie in pista e sulla necessità di prendere decisioni audaci in momenti cruciali, un tema centrale nel campionato di Formula 1.

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