Il monitoraggio sull’emergenza dengue in Italia ha evidenziato un incremento significativo dei casi. Dall’inizio dell’anno fino al primo ottobre 2024, sono stati segnalati 572 contagi, un aumento rispetto ai 500 registrati solo una settimana fa, senza alcun decesso registrato finora. L’Istituto superiore di sanità ha fornito dettagli cruciali sui contagi, scindendo i dati in casi importati e autoctoni, con una particolare attenzione ai focolai attivi nelle Marche.
Incremento dei casi di dengue in Italia
Dal primo gennaio al primo ottobre 2024, l’Italia sta affrontando un’importante emergenza sanitaria caratterizzata dalla diffusione del virus della dengue. I casi totali confermati hanno raggiunto la cifra di 572, di cui 442 sono risultati essere importati, dovuti a viaggi all’estero. Di particolare rilevanza sono i 130 casi autoctoni, che hanno visto un incremento notevole rispetto ai 64 registrati solo sette giorni prima. Questo aumento ha generato preoccupazione tra le autorità sanitarie, che stanno intensificando le verifiche e le indagini epidemiologiche per circoscrivere i focolai di infezione.
Le Marche emergono come l’epicentro della situazione, con ben 102 casi confermati. Qui si è sviluppato un focolaio significativo, concentrato in un comune nell’area di Fano, dove la trasmissione locale del virus è stata segnalata come indipendente. In generale, si nota un aumento di eventi di trasmissione locale non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni italiane, sollevando interrogativi sulla gestione dei focolai e sulla capacità del sistema sanitario di far fronte a questa emergenza.
Dettagli sui casi autoctoni e epidemiologia del virus
L’aggiornamento dell’Iss del primo ottobre 2024 ha messo in luce la complessità della situazione epidemiologica riguardante i casi autoctoni di dengue. Oltre ai 102 già menzionati nelle Marche, sono stati registrati anche 19 contagi in Emilia Romagna, 6 in Lombardia, 1 in Veneto, 1 in Toscana e 1 in Abruzzo. L’Iss ha chiarito che le indagini sono attualmente in corso per identificare esattamente l’origine di questi ultimi casi, in particolare quello in Abruzzo, dove sono state avviate ulteriori verifiche.
In aggiunta, le autorità sanitarie hanno riferito che non ci sono evidenze di collegamenti epidemiologici o microbiologici tra i casi autoctoni. Questa informazione è fondamentale per comprendere la diffusione del virus e prendere decisioni informate sulle strategie di contenimento e prevenzione. La distinzione tra i diversi sierotipi del virus dengue – DENV-1, DENV-2 e DENV-3 – è cruciale per gli esperti, poiché potrebbe influenzare gravemente la dinamica della trasmissione e la gravità delle infezioni.
Misure di prevenzione e risposta del sistema sanitario
In risposta all’incremento dei casi di dengue, il sistema sanitario italiano sta implementando misure preventive per limitare la diffusione della malattia. Queste misure includono campagne di sensibilizzazione, attività di monitoraggio e controllo delle zanzare, che sono i vettori del virus. Le autorità sanitarie incoraggiano la popolazione a essere consapevole del pericolo e a adottare comportamenti preventivi, come l’uso di repellenti e la rimozione di acque stagnanti, che possono favorire la proliferazione delle zanzare.
Inoltre, le strutture sanitarie locali stanno collaborando attivamente con l’Iss e altre agenzie per fornire aggiornamenti continui e gestire le indagini epidemiologiche sulla trasmissione del virus. La condivisione di dati tra le diverse regioni è fondamentale per poter affrontare e contenere l’emergenza in modo efficiente. Le autorità sottolineano l’importanza della vigilanza continua per monitorare la situazione nei territori maggiormente colpiti e garantire che tutte le precauzioni necessarie vengano attuate.
Il panorama attuale della dengue in Italia richiede un’attenzione immediata e coordinata per affrontare l’emergenza sanitaria, coinvolgendo non solo le istituzioni sanitarie, ma anche la comunità e i cittadini nel loro complesso.
Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Marco Mintillo