Fondazione Open: il gup di Firenze assolve tutti gli imputati nel processo sui finanziamenti

Fondazione Open: il gup di Firenze assolve tutti gli imputati nel processo sui finanziamenti

Il Tribunale di Firenze assolve undici persone e quattro società coinvolte nella vicenda della Fondazione Open, chiudendo un lungo iter giudiziario legato a presunti illeciti finanziari.
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Fondazione Open: il gup di Firenze assolve tutti gli imputati nel processo sui finanziamenti - Gaeta.it

Nella giornata di oggi si è concluso un capitolo importante relativo alla Fondazione Open, attiva dal 2012 al 2018 per sostenere la carriera di Matteo Renzi. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Firenze, Sara Farini, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di undici persone e quattro società. Questo significa che gli attori coinvolti non hanno alcuna responsabilità penale rispetto alle accuse che erano state loro mosse dalla Procura di Firenze. Le motivazioni dettagliate di questa decisione saranno rese note dal giudice entro i prossimi novanta giorni.

La sentenza di non luogo a procedere

Dopo un lungo iter giudiziario che ha richiesto quasi tre anni, il gup ha accolto le richieste di assolvere gli imputati, affermando che “gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna”. La lettura del verdetto è avvenuta in aula alla presenza degli avvocati difensori e del pubblico ministero Luca Turco, il quale, insieme al sostituto procuratore Antonino Nastasi, aveva inizialmente chiesto il rinvio a giudizio.

Questa decisione ha sollevato una serie di reazioni nel panorama politico, con i legali degli imputati che hanno guardato con favore al risultato ottenuto. Dopo il clamoroso avvio dell’udienza preliminare nel 2022, la notizia di questa assoluzione segna un cambiamento significativo per coloro che avevano visto il loro nome coinvolto in una vicenda che ha attirato l’attenzione mediatica e pubblica.

Le accuse e i protagonisti coinvolti

Le accuse mosse dalla Procura di Firenze colpivano figure di spicco della politica italiana. Tra gli imputati figuravano Matteo Renzi stesso, ex premier e leader di Italia Viva, insieme a nomi noti come Maria Elena Boschi, ex ministra, e Luca Lotti, ex deputato e membro del governo. Il caso verteva essenzialmente su presunti mancati adempimenti relativi ai finanziamenti per i partiti, considerati illeciti nella misura in cui la Fondazione Open era vista come un’estensione del Partito Democratico, soprattutto in relazione all’ascesa di Renzi al potere.

La procura sosteneva che la Fondazione Open avesse sostanzialmente utilizzato risorse provenienti da donazioni private, che ammonterebbero a oltre 3,5 milioni di euro, per attività politiche, violando in tal modo le norme sul finanziamento pubblico dei partiti. Finanziamenti dal 2014 al 2018 avrebbero, secondo gli inquirenti, fornito “beni e servizi” ad uso personale per Renzi, Lotti e Boschi.

Procedimenti e verifiche delle autorità

Durante il periodo di svolgimento dell’udienza preliminare sono emersi diversi eventi significativi che hanno arricchito la cornice giudiziaria. Si sono svolti cinque procedimenti penali nei confronti della stessa Procura, tutti conclusi con archiviazione. Al contempo, la Corte di Cassazione ha accolto alcuni ricorsi presentati dagli imputati riguardo ai materiali sequestrati, stabilendo che tali atti non avevano rispettato le prassi normativamente previste.

Il conflitto di attribuzione tra legge e prerogative parlamentari, emerso a causa dei sequestri effettuati dalla Procura, ha ulteriormente complicato il quadro. Senato e Camera si sono mossi verso la Corte Costituzionale per chiarire questi aspetti giuridici, portando ad un dibattito ampio sulla legittimità delle azioni intraprese dagli inquirenti.

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Armando Proietti

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