Fondi pensione e Pmi: una collaborazione strategica per la crescita economica in Italia

Fondi pensione e Pmi: una collaborazione strategica per la crescita economica in Italia

I fondi pensione possono sostenere le Piccole e Medie Imprese italiane, con potenziali investimenti annuali superiori a un miliardo di euro, favorendo crescita economica e occupazione nel Paese.
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Fondi pensione e Pmi: una collaborazione strategica per la crescita economica in Italia - Gaeta.it

La presentazione dello studio “I fondi pensione e le Pmi italiane: il legame virtuoso tra crescita e previdenza” ha avuto luogo durante la 36° edizione del Forum “Lo Scenario dell’economia e della finanza”. Questa iniziativa, realizzata da Teha in collaborazione con Previdenza Italia, mirava a mettere in luce come i fondi pensione possano svolgere un ruolo fondamentale nel supporto delle Piccole e Medie Imprese italiane. Nella conferenza stampa, Nino Foti, Presidente di Previdenza Italia, e Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di Teha, hanno dialogato sull’importanza di consolidare il legame tra crescita economica e previdenza complementare.

Il beneficio reciproco tra fondi pensione e Pmi

Le Pmi emergono come un attore centrale nella ripresa e nello sviluppo economico del Paese. I fondi pensione, gestendo una considerevole quantità di risorse, possono contribuire a stabilizzare e far crescere le piccole e medie aziende italiane, con effetti benefici sull’intera economia nazionale. Secondo quanto affermato da Nino Foti, i fondi pensione già amministrano il più grande patrimonio a lungo termine d’Italia. Tuttavia, un’eccessiva dipendenza dai titoli obbligazionari esteri limita l’impiego delle risorse sul territorio. Foti ha evidenziato che la possibilità di reinvestire queste somme nell’economia reale italiana potrebbe raddoppiare la quota potenziale destinata alle Pmi, aprendo la strada a oltre un miliardo di euro di nuovi investimenti ogni anno. La chiave, secondo Foti, risiede nell’applicazione efficace del tessuto normativo secondario.

Necessità di un approccio previdenziale migliorato

Lorenzo Tavazzi ha sottolineato come l’analisi dello studio non intenda solo enfatizzare l’importanza della previdenza complementare, ma sottolinei anche un bisogno urgente di aumentare gli investimenti nelle Pmi. Con l’andamento demografico che prevede un calo di tre milioni di italiani entro il 2040, il rafforzamento della previdenza complementare è visto come un passo cruciale per il futuro economico dell’Italia. Le Pmi, infatti, costituiscono il 34% degli occupati e realizzano due quinti del fatturato nazionale. Incrementare il supporto a queste realtà non solo garantirà una maggiore sicurezza economica per le generazioni future, ma potrebbe anche innescare un circolo virtuoso di crescita e innovazione.

Focus sull’occupazione e produttività

Lo studio di Teha ha dimostrato che tra i lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni si è registrato un significativo incremento dell’occupazione. Dal 2019 al 2024, questa fascia d’età ha visto un aumento dell’occupazione del 12%, ovvero circa 963.000 posti di lavoro. Di fronte a una diminuzione della popolazione in età lavorativa, la questione della produttività si fa sempre più centrale. Per mantenere i livelli attuali del PIL, si prevede che la produttività debba crescere del 14%, un obiettivo che sembra ambizioso ma essenziale.

L’importanza cruciale delle Piccole e Medie Imprese

Le Pmi sono una componente essenziale del sistema economico italiano, impiegando il 33% della forza lavoro e generando quasi il 40% del fatturato nazionale. La loro crescita è superata solo dalle grandi imprese in investimenti e innovazione, fattori chiave per la competitività. Ciò nonostante, lo studio mette in evidenza che i costi crescenti del credito e il limitato accesso al capitale rappresentano delle sfide significative per il consolidamento delle Pmi.

Risorse della previdenza complementare come leva strategica

Le risorse della previdenza complementare, che attualmente superano i 240 miliardi di euro, si configurano come un’opportunità strategica per le Pmi. Infatti, i fondi pensione investono solo il 19% del loro patrimonio in asset italiani, concentrandosi soprattutto sui Titoli di Stato. Solo il 5% è dedicato a titoli di capitale, il che denota l’esigenza di una maggiore diversificazione negli investimenti. Un incremento degli investimenti in azioni italiane potrebbe così favorire il finanziamento delle Pmi, sostenendo l’innovazione e l’occupazione.

Opportunità offerte dalla normativa italiana

La legislazione italiana si presenta già allineata agli standard europei e offre vantaggi fiscali per incentivare gli investimenti degli importi pensionistici nell’economia reale. La deduzione dei contributi fino a 5.164,57 euro e una tassazione agevolata sui rendimenti evidenziano le misure che già stimolano l’interesse per un’impiego maggiore di capitale.

Previdenza Italia, fondata nel 2011 con l’obiettivo di promuovere la previdenza complementare, gioca un ruolo attivo nel creare opportunità per le Pmi. Attraverso il Fondo centrale di garanzia, si mira a facilitare l’inclusione delle risorse della previdenza nel finanziamento delle Pmi, ma sono necessari i decreti attuativi per attuare pienamente questi progetti.

Potenziale per un significativo aumento degli investimenti

Secondo le proiezioni presentate nel rapporto, l’approvazione dei decreti attuativi potrebbe attivare fino a 2,3 miliardi di euro di nuovi investimenti da parte dei fondi pensione nel periodo tra il 2026 e il 2034. Questi investimenti non solo avrebbero l’obiettivo di rafforzare le aziende, ma potrebbero anche portare alla creazione di 250.000 nuovi posti di lavoro. Se i nuovi occupati aderissero ai fondi pensione, si potrebbe assistere persino a un incremento di 12 miliardi di euro nelle risorse della previdenza complementare.

In un momento in cui la sinergia tra previdenza e crescita economica è più necessaria che mai, il potenziale investimento delle risorse della previdenza integrativa nelle Pmi rappresenta un percorso promettente. La sfida è costruire il quadro normativo e operativo che possa permettere questa interazione proficua, a beneficio dell’economia del Paese.

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