Un terzo del Fondo per i farmaci innovativi non trova applicazione, un fatto che ha sollevato preoccupazioni tra i professionisti della salute. Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna Odv, ha espresso il suo disappunto riguardo a questa situazione, rilevando che le regioni non hanno sfruttato appieno questa opportunità . Questo tema è emerso durante un convegno a Roma, promosso da Msd, che si è concentrato sul ruolo dell’innovazione nel trattamento del tumore al polmone. La discussione ha messo in evidenza le potenzialità inespresse dei farmaci innovativi e le barriere burocratiche che ostacolano l’accesso a questi trattamenti vitali.
Il report di Ihe e la situazione attuale
Un report recentemente pubblicato dall’Ihe – The Swedish Institute for Health Economics ha rivelato che il 35% delle risorse del Fondo per i farmaci innovativi non viene utilizzato. Mancuso ha sottolineato l’importanza di affrontare questa inefficienza, indicando che le regioni dovrebbero adottare misure più decisive per migliorare l’accesso a queste terapie. Durante il convegno, è stata avanzata l’idea di includere nel Fondo anche i farmaci innovativi sottoposti a condizioni particolari. Secondo Mancuso, queste terapie, anche se non sono attualmente considerate innovative, potrebbero rappresentare una soluzione per ampliare le opzioni di trattamento, specialmente per patologie gravi come il cancro.
La presidente di Salute Donna Odv ha anche sollevato la questione della durata di attuazione del Fondo, attualmente fissata a sei anni. È stato proposto un emendamento alla legge di Bilancio per estendere questo periodo a dieci anni. Questo cambiamento potrebbe consentire un utilizzo più organico dei farmaci, che, sebbene inizialmente approvati per una specifica malattia, potrebbero successivamente rivelarsi efficaci per altre condizioni.
Accesso ai farmaci: tempi e procedure
Mancuso ha evidenziato come i tempi burocratici per l’approvazione dei farmaci possano allungarsi considerevolmente. I farmaci devono passare attraverso tre livelli di autorizzazione: Agenzia Europea dei Medicinali , Aifa e, infine, le singole regioni. Questo processo può risultare lungo e frustrante per i pazienti affetti da patologie gravi come il cancro. Ogni giorno che passa è prezioso per questi pazienti, e l’ottimizzazione dei tempi di accesso ai farmaci rappresenta una necessità urgente.
La presidente ha puntualizzato che, sebbene Ema e Aifa possano dare il via libera, le regioni hanno facoltà di non includere i farmaci approvati nei loro prontuari. Ciò significa che, anche dopo aver ottenuto l’approvazione a livello nazionale, i pazienti potrebbero non avere accesso immediato ai trattamenti. Mancuso ha dichiarato che sono imprescindibili interventi per smantellare la burocrazia e rendere più veloce l’accesso a farmaci salvavita.
Terapie compassionevoli e necessità di cambiamento
L’utilizzo di terapie compassionevoli è spesso una conseguenza dell’impossibilità di accedere a farmaci innovativi. Mancuso ha osservato che la difficoltà di accedere a certi farmaci gioca un ruolo determinante nella scelta delle terapie alternative, nonostante queste soluzioni possano essere meno efficaci. La necessità di rimuovere gli ostacoli burocratici e rivisitare le normative esistenti è cruciale per garantire che i pazienti possano ricevere trattamenti che possano realmente fare la differenza nelle loro vite.
Un approccio più flessibile nell’approvazione dei farmaci potrebbe consentire l’uso di terapie innovative, che hanno il potenziale di risolvere problemi di salute anche in pazienti con condizioni patologiche diverse. Mancuso ha concluso affermando che è fondamentale cambiare la mentalità attorno all’approvazione e all’uso dei farmaci innovativi per garantire che i pazienti abbiano accesso a tutte le opzioni terapeutiche disponibili.
Ultimo aggiornamento il 3 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano