Un’iniziativa significativa volontà di promuovere e tutelare il territorio, si sta svolgendo al Parco Nazionale del Vesuvio. Il corso gratuito destinato a ristoratori e operatori turistici ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza dei vini tipici del Vesuvio, area caratterizzata da una tradizione enologica unica e storica. L’ente parco, oltre a salvaguardare il patrimonio naturale, mira a contrastare problemi come l’overtourism, cercando di trasformare il vulcano in un punto di riferimento per un turismo più responsabile e rispettoso dell’ambiente.
La collaborazione per la valorizzazione del territorio
Il corso di avvicinamento al vino è organizzato grazie alla partnership tra il Parco Nazionale del Vesuvio, l’AIS e il Consorzio di Tutela Vini del Vesuvio, il quale è guidato da Ciro Giordano. Questa iniziativa non solo celebra il trentesimo anniversario dell’ente parco, ma segna anche un passo importante verso una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità . Raffaele De Luca, presidente del parco, evidenzia come l’impegno per la tutela ambientale, la valorizzazione del territorio e lo sviluppo sostenibile sia sempre più centrale nelle politiche del parco.
Con il corso, che si svolge in cinque incontri all’interno del Castello Mediceo di Ottaviano, i partecipanti possono apprendere le tecniche di degustazione e abbinamento cibo-vino. Questo tipo di formazione mira a fornire agli operatori le competenze necessarie per cogliere l’essenza della viticoltura vinicola, un elemento distintivo della cultura locale. Questo è essenziale per comunicare efficacemente il patrimonio enogastronomico e assicurare un’ospitalità di qualità ai visitatori del parco.
Valore dei vitigni autoctoni del Vesuvio
Parte del corso è dedicata alla scoperta delle varietà di vitigni autoctoni che prosperano sulle pendici del Vesuvio, come il Piedirosso e il Caprettone. Anche vitigni meno conosciuti come la Coda di Volpe bianco, l’Aglianico, la Falanghina e la Catalanesca, meritano di essere approfonditi per comprendere le loro peculiarità . La presenza di queste varietà offre ai partecipanti un’opportunità unica di immergersi in un terroir straordinario, caratterizzato da condizioni climatiche e geologiche particolari.
Giovanni Romano, responsabile comunicazione del parco, sottolinea l’importanza del vino non solo come prodotto, ma come esperienza. La formazione dei ristoratori permette di arricchire la narrazione del territorio, con la possibilità di rendere ogni pasto un viaggio tra sapori e storie che riguardano il Vesuvio. Per i turisti, il vino diventa così un veicolo per esplorare la cultura locale, arricchendo l’offerta turistica e migliorando la percezione del luogo.
Impegno per la sostenibilità turistica
L’adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile rappresenta un passo importante per il Parco Nazionale del Vesuvio. Questa certificazione, che unisce oltre quaranta parchi nazionali e regionali in Europa, serve a garantire che il turismo sia gestito in modo responsabile e sostenibile. L’ente parco, assieme a Federparchi, sta lavorando per rispettare gli standard richiesti da questa iniziativa, dimostrando così un serioso impegno per il futuro del turismo nella regione.
Ernesto Lamatta, responsabile AIS per l’area vesuviana, sottolinea come la cooperazione tra i soggetti del settore enogastronomico sia fondamentale per esaltare le caratteristiche locali. La sinergia tra ristoratori, produttori di vino e enti locali si configura come un modello efficace per la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e gastronomico del Vesuvio. Trattare il vino come un linguaggio da condividere permette a chi visita il parco di vivere esperienze autentiche e significative, rendendo ogni visita un’altra occasione per apprezzare le ricchezze di questa area.