Formia, la lunga disputa per il Castello di Gianola: il Tar decide sulla perizia tecnica

Formia, la lunga disputa per il Castello di Gianola: il Tar decide sulla perizia tecnica

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Il contenzioso legale tra Gennaro Orefice e il Parco Riviera di Ulisse

Una battaglia legale che si protrae da anni ha visto contrapporsi Gennaro Orefice, avvocato e proprietario del Castello di Gianola, e il Parco Regionale Riviera di Ulisse. Il conflitto riguarda una serie di interventi edilizi che l’avvocato Orefice aveva avviato sulla sua proprietà, e che sono stati oggetto di provvedimenti del Parco, ritenuti da quest’ultimo dannosi per l’ambiente e il patrimonio storico. Il Tar del Lazio ha recentemente stabilito che sarà un consulente tecnico ad esaminare se tali provvedimenti siano stati effettivamente dannosi, confermando l’importanza di una perizia imparziale per risolvere la questione.

Il contenzioso legale: il ricorso contro il Parco e il Ministero

Nel 2018, l’avvocato Gennaro Orefice aveva presentato un ricorso al Consiglio di Stato contro il Parco Riviera di Ulisse e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT). Il motivo era legato alle ordinanze che sospendevano i lavori e ordinavano la demolizione di alcune opere realizzate all’interno del Castello di Gianola, sito in una zona vincolata. L’area è stata dichiarata di particolare valore storico, artistico, archeologico e paesaggistico e soggetta a vincoli monumentali e ambientali. La prima sentenza del Tar del Lazio nel 2018 aveva dato ragione al Parco, respingendo il ricorso dell’avvocato Orefice, ma il Consiglio di Stato ha successivamente ribaltato la situazione nel marzo 2020.

Il ribaltamento della sentenza e la difesa della compatibilità tra tutela artistica e ambientale

La sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che gli interventi edilizi effettuati dall’avvocato Orefice erano stati autorizzati attraverso il rilascio di cinque atti autorizzativi. Inoltre, la corte ha sostenuto che la tutela artistico-culturale del Castello di Gianola potesse coesistere con la tutela ecologica e paesaggistica imposta dal Parco. Questo ha rappresentato una vittoria per Orefice, poiché il Consiglio di Stato ha confermato che la tutela di un bene può essere multidimensionale, coprendo sia gli aspetti culturali che quelli ambientali. La corte ha anche riconosciuto che Orefice aveva richiesto, fin dal 2006, il nulla osta preventivo per gli interventi edilizi, dimostrando la sua volontà di rispettare le normative.

La richiesta di risarcimento danni e la nomina del consulente tecnico

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, l’avvocato Orefice ha deciso di chiedere i danni al Parco Riviera di Ulisse per aver ostacolato i lavori e provocato un danno economico. Il Tar ha ora deciso che sarà un perito tecnico a valutare se le azioni del Parco abbiano causato un effettivo danno economico all’avvocato e alla sua proprietà. La perizia sarà realizzata in modalità contraddittorio, ovvero il Parco avrà la possibilità di nominare un proprio consulente per contestare la valutazione. Le deduzioni e le contro-deduzioni delle due parti dovranno essere depositate entro metà maggio 2025, mentre l’udienza di merito per discutere la causa è stata fissata per il 23 settembre 2025.

Un lungo cammino giuridico e la speranza di una risoluzione

Questa disputa legale rappresenta un caso complesso che riguarda la coesistenza dei vincoli paesaggistici, ambientali e monumentali con la possibilità di interventi edilizi su una proprietà privata. La decisione finale del Tar potrebbe avere ripercussioni non solo per Gennaro Orefice e il Parco Riviera di Ulisse, ma anche per altre aree vincolate dove la protezione del patrimonio naturale e culturale si scontra con le esigenze dei proprietari privati. La sentenza finale sarà un importante punto di riferimento per il diritto urbanistico e per le normative relative alla tutela del paesaggio in Italia.

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