La frana di Boccassuolo, località in provincia di Modena, continua a rappresentare una minaccia concreta per l’ambiente e le persone. Con oltre 3,5 milioni di metri cubi di materiale franoso spostati, la massa di terra ha raggiunto il torrente Dragone, mettendo in allarme protezione civile e tecnici impegnati a evitare ostruzioni nell’alveo del corso d’acqua.
Evoluzione della frana e danni alle abitazioni
Tra domenica 27 e lunedì 28 aprile, la frana ha causato la distruzione di una terza abitazione nella zona interessata. Le istituzioni provinciali hanno comunicato che il fronte della massa in movimento continua a spostarsi a una velocità variabile fra 50 centimetri e un metro all’ora, un ritmo che non accenna a rallentare. A causa dei rischi associati, sono scattate misure cautelari: un’altra famiglia è stata allontanata da una seconda abitazione, non ancora raggiunta dalla frana ma potenzialmente esposta al pericolo. Si tratta di persone senza residenza primaria sul territorio, che tuttavia si trovavano in case a rischio. Le autorità hanno posto il divieto assoluto di avvicinamento per tutelare vite umane.
La situazione rimane complessa perché la frana non dà segni di arresto. Le condizioni geologiche del terreno e le piogge degli ultimi tempi hanno probabilmente contribuito a mantenere attivo il movimento. Gli esperti tengono sotto controllo i parametri che indicano la stabilità dei versanti per prevedere possibili evoluzioni.
Interventi sul torrente dragone per evitare danni maggiori
Il sindaco di Palagano, Fabio Braglia, ha precisato che l’attenzione principale è rivolta al torrente Dragone. Le squadre impegnate sul posto stanno lavorando per rimuovere i detriti accumulati, per permettere al corso d’acqua di scorrere senza impedimenti. Un eventuale blocco, infatti, potrebbe portare a conseguenze gravi come esondazioni o ulteriori dissesti.
Le macchine operatrici sono arrivate fin sulle sponde del torrente con l’obiettivo di mantenere sgombero il letto, mentre gli operatori della Protezione civile coordinano le attività di prevenzione e messa in sicurezza. La gestione dell’alveo rappresenta un nodo critico nella gestione di questa emergenza. Non a caso si è deciso anche di tenere la situazione sotto controllo 24 ore su 24, considerato il possibile aggravarsi in caso di nuove piogge o movimenti improvvisi.
Il sindaco ha inoltre chiesto un sostegno concreto dalle istituzioni nazionali per affrontare una crisi che si aggrava settimana dopo settimana. L’appello riflette il bisogno di risorse, personale e mezzi adeguati per gestire un fenomeno di vasta portata.
Evacuazioni e sicurezza delle famiglie coinvolte
Ad oggi, gli sgomberi hanno coinvolto tre nuclei familiari residenti, per un totale di otto persone, che hanno dovuto lasciare le loro case a causa del rischio crescente. Oltre a questi, sono stati evacuati altri dieci nuclei non residenti, con circa venti persone che possedevano seconde abitazioni nella zona colpita.
Le operazioni di evacuazione sono state decise in nome della sicurezza, considerando l’imprevedibilità degli spostamenti del movimento franoso. In alcune aree, le case risultano ancora in piedi ma troppo vicine alla frana per potervi abitare senza pericolo. L’allontanamento preventivo rappresenta quindi una misura essenziale per evitare tragedie.
La Protezione civile continua a monitorare puntualmente l’intera area, allertando la popolazione sulle condizioni meteorologiche e sulle possibilità di nuovi peggioramenti. Le squadre sul campo coordinano l’assistenza alle persone evacuate, garantendo un supporto immediato per ogni necessità .
In questa fase, la priorità rimane la tutela delle vite umane e la protezione del territorio dal rischio di ulteriori danni. L’attenzione si concentra sui prossimi sviluppi, con la speranza che la frana non cresca ulteriormente.