Francesco Schettino, noto per il suo coinvolgimento nel drammatico naufragio della Costa Concordia avvenuto il 12 gennaio 2013, sta per affrontare un’importante udienza. Martedì prossimo, il tribunale di Sorveglianza di Roma esaminerà la richiesta presentata dal suo avvocato per l’accesso a misure di semilibertà. Questo passaggio rappresenterebbe un possibile cambiamento nel regime di detenzione dell’ex comandante, attualmente recluso nel carcere di Rebibbia, dove si trova dal maggio 2017.
La tragedia del Giglio e le conseguenze legali
Il naufragio della Costa Concordia ha avuto un impatto devastante, con un bilancio di 32 persone decedute. L’incidente si è verificato mentre Schettino tentava di fare un “inchino” vicino all’Isola del Giglio, un’operazione che avrebbe dovuto essere celebrativa ma che si trasformò in una catastrofe. Le indagini che seguirono all’incidente portarono alla sua arresto il 16 gennaio 2013. Nei mesi successivi, Schettino passò da una detenzione in carcere a una più soft in arresto domiciliare, prima di tornare in carcere concluso l’iter processuale.
Le accuse nei suoi confronti erano gravi e multiple: omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono dell’imbarcazione. I processi, seguiti con un’attenzione mediatica significativa sia in Italia che all’estero, culminarono in una condanna a 16 anni di reclusione, sentenza confermata in via definitiva dalla Corte di Cassazione nel maggio 2017. Accanto a lui, altri otto co-imputati vennero incriminati, ma Schettino rimase il principale accusato.
La detenzione e la richiesta di semilibertà
Durante gli anni di detenzione, Schettino ha mostrato un comportamento tale da permettergli di ottenere permessi premio e di impegnarsi in attività lavorative all’interno del penitenziario. Secondo quanto riportato, dal 2020 si è anche dedicato alla digitalizzazione di alcuni processi, una possibilità che ha contribuito al suo buon profilo carcerario. La richiesta di semilibertà è stata formalizzata dall’avvocato Paola Astarita, che ha siglato quattro udienze, tutte rimandate per ulteriori valutazioni da parte dei giudici.
Martedì si decide se Schettino potrà lasciare il carcere durante il giorno per lavorare all’esterno. L’avvocato Astarita ha dichiarato: “Io mi auguro che vinca non il mio assistito ma il diritto”, indicando che, nonostante la gravità della situazione, la speranza è che la legge venga rispettata.
L’approccio del tribunale di Sorveglianza
Il tribunale di Sorveglianza valuta vari fattori prima di prendere una decisione, tra cui la condotta dell’internato, il rischio di recidiva e le necessità di reintegrazione nella società. Nel caso di Schettino, il suo avvocato ha sottolineato i progressi fatti durante la detenzione e l’impegno professionale dimostrato, aspetti che potrebbero influenzare in modo positivo l’esito. La decisione attesa è attesa con grande attenzione, essendo un punto cruciale non solo per Schettino, ma anche per la percezione pubblica riguardo alla giustizia e alle sue applicazioni.
In attesa di conoscere l’esito dell’udienza, il caso di Francesco Schettino continua a essere emblematico non solo per l’eco dell’incidente della Costa Concordia, ma anche per le complesse questioni legali e morali che esso solleva. La vicenda rimane viva nella memoria collettiva, simbolo di una tragedia che ha segnato profondamente la sicurezza della navigazione e la responsabilità dei capitani navali.