Il nome di Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia, riecheggia ancora a distanza di oltre dieci anni dal naufragio avvenuto davanti all’isola del Giglio. Adesso, la sua vita potrebbe prendere una direzione inaspettata: un’opportunità lavorativa in Vaticano. Questo scenario si sta delineando sotto l’iniziativa dell’associazione “Seconda Chance”, che ha collaborato con la Fabbrica di San Pietro per promuovere l’inserimento lavorativo di detenuti. Un progetto che rappresenta un ponte tra il mondo carcerario e il lavoro, con particolare attenzione al reinserimento sociale.
Che cosa è “Seconda Chance”
Fondata nel 2022 da Flavia Filippi, una nota giornalista de La7, l’associazione “Seconda Chance” ha come obiettivo principale quello di favorire l’occupazione per le persone detenute. Il progetto si basa sulla creazione di opportunità lavorative sia all’interno che all’esterno delle carceri italiane. “Seconda Chance” funge da intermediario tra le imprese e il mondo penitenziario, permettendo alle aziende di utilizzare spazi dismessi nelle carceri a titolo gratuito. Questo avviene grazie alla legge Smuraglia , che concede agevolazioni fiscali a chi assume detenuti.
La possibilità di lavorare per i detenuti è una chance concreta per rintracciare una stabilità economica futura. L’associazione presenta a imprenditori e aziende la potenzialità di reclutare personale detenuto, offrendo così un’opportunità di cambiamento e riscatto per chi ha sbagliato. I risultati di questo approccio innovativo cominciano a mostrarsi, creando un impatto positivo non solo sulla vita dei detenuti, ma anche sulle comunità circostanti.
L’attività sul campo di “Seconda Chance”
Il modus operandi dell’associazione è di impegnarsi attivamente nel territorio attraverso un lavoro di screening tra aziende e luoghi di detenzione. Flavia Filippi sottolinea l’importanza di un lavoro di rete, che non si limita a piccole realtà, ma si estende anche a grandi nomi dell’imprenditorialità italiana. Diverse aziende, tra cui Arcaplanet e McDonald’s, hanno già aderito all’iniziativa, impegnandosi a fornire opportunità di lavoro.
“Seconda Chance” ha attivato sinergie con enti e istituzioni, mostrando che anche le realtà economiche possono avere un ruolo significativo nel supportare il reinserimento delle persone che stanno scontando una pena. Ciò che conta è trovare soluzioni personalizzate per ogni detenuto, che possono anche variare da regione a regione per garantire un collegamento tra il giovane che ha scontato una pena e la sua famiglia.
Le richieste di lavoro e il bilancio dell’associazione
In pochi mesi di attività, l’associazione ha già ricevuto circa 500 richieste di lavoro provenienti da detenuti. La mole di richieste dimostra l’interesse per le opportunità esistenti, non solo per chi si trova in carcere, ma anche per le aziende che vedono nel reinserimento una chance per sostenere il business in modo innovativo. Ogni caso viene seguito e, se vi è un impegno concreto da parte delle aziende, l’associazione collabora attivamente al completamento delle pratiche burocratiche necessarie.
Con oltre 30 aziende partecipanti al progetto, “Seconda Chance” si propone di espandere la sua attività in tutte le regioni italiane. La possibilità di trovare un lavoro adeguato non è solo una questione di reinserimento, ma anche di dignità umana e di riabilitazione.
Un ambizioso progetto: la cittadella dello sport
Tra le iniziative di “Seconda Chance”, la progettazione di una cittadella dello sport rappresenta un passo significativo verso il reinserimento sociale delle persone detenute. Questo progetto, del valore di 400 mila euro, svela l’idea di costruire un ambiente che possa contribuire non solo all’occupazione ma anche a un recupero psico-fisico.
Si abbandona l’idea tradizionale di un reinserimento ridotto a pochi margini e si proietta verso un approccio più integrato, dove il lavoro e l’attività sociale si intrecciano. Il messaggio è chiaro: il reinserimento non passa solo attraverso l’occupazione, ma anche attraverso opportunità che possano restituire dignità e la possibilità di ricominciare da capo. Questo progetto ambizioso rappresenta, quindi, un chiaro segnale di come sia possibile trasformare situazioni difficili in occasioni di rinascita e valorizzazione.