Franco Lee, un noto influencer nel mondo delle criptovalute, è stato condannato a tre anni e otto mesi di carcere dal tribunale di Roma per aver utilizzato le criptovalute nel riciclaggio di denaro. Conosciuto anche come Jianwu Li, Lee si era proposto come un “bancomobile decentralizzato”, attirando clienti attraverso piattaforme come Telegram e Instagram. Le indagini hanno rivelato pratiche illecite che gli hanno fruttato guadagni considerevoli, attirando anche l’attenzione di organizzazioni criminali.
L’arresto di Franco Lee e l’operazione dei carabinieri
L’arresto di Franco Lee è avvenuto durante un maxisequestro di criptovalute, guidato dalla procura di Roma. Le indagini condotte dai carabinieri hanno rivelato che tra gennaio 2019 e giugno 2022, Lee ha effettuato movimentazioni per un importo complessivo di circa 8,8 milioni di euro. Questo business illecito gli ha permesso di guadagnare fino al 5% su ogni singola transazione, tradotto in profitti massicci, anche di 100 mila euro per ogni scambio. La scala della sua operazione ha destato preoccupazioni significative tra le autorità, spingendo a un monitoraggio più stretto delle sue attività.
Le prove raccolte contro Lee indicano una modalità di operazione oltraggiosa. Operava in gran parte nell’ombra, riuscendo a mantenere un alto livello di anonimato, facilitando sconti tra contante e criptovalute senza le necessarie licenze. Ciò ha reso difficile per le forze dell’ordine rintracciare l’origine del denaro, sebbene Lee non avesse alcuna autorizzazione o licenza per operare nel settore.
La clientela di Franco Lee e modalità di operazione
Franco Lee riusciva a raggiungere i suoi clienti principalmente tramite le piattaforme di messaggistica come Telegram e social come Instagram. Le comunicazioni anonime gli permettevano di instaurare rapporti riservati mentre propose scambi di contante con varie criptovalute, tra cui bitcoin. Questo metodo gli consentiva di offrire servizi di investimento privati, eludendo ogni forma di registrazione ufficiale e garantendo una certa discrezione che attirava anche clienti di dubbia reputazione, comprese figure legate al crimine organizzato.
Le indagini hanno svelato che Lee aveva circa 3000 movimenti di scambio registrati, generando nel complesso guadagni per 617mila euro. La sua abilità nel mantenere segreti cruciali sulla provenienza dei fondi ha rappresentato una sfida significativa per le autorità, che si sono impegnate a comprendere appieno gli schemi del suo business. Nonostante le apparenze e la riluttanza a pubblicizzarsi, Lee era in grado di amministrare un’operazione che contava su una clientela fedele e in espansione.
Chi è Franco Lee e il suo impatto nel mondo delle criptovalute
Franco Lee, originario della Cina ma residente a Roma, ha guadagnato popolarità online soprattutto dopo un corso che ha tenuto durante la Blockchain Week. Nel video di quel corso, Lee si era descritto come “bancomobile decentralizzato“, attirando così l’attenzione di aspiranti investitori e non solo. La sua presenza sui social media ha anche contribuito a conferire un’aria di legittimità alle sue operazioni, contribuendo a creare attesa attorno ai suoi corsi e alle sue promesse di investimenti rapidi.
L’operato di Lee ha messo in evidenza le sfide e le preoccupazioni legate alle criptovalute, che possono essere sfruttate per operazioni illecite, rendendo più difficile il compito delle autorità nel controllare e regolamentare questo settore. Con l’aumento della popolarità delle criptovalute, nuovi casi come quello di Lee potrebbero spingere a ulteriori leggi e regolamentazioni per proteggere gli investitori e combattere il crimine finanziario.
La condanna di Franco Lee rappresenta quindi un campanello d’allarme per il mondo delle criptovalute e per chi si avvicina a questo settore, richiamando l’attenzione sulla necessità di maggiore vigilanza e di azioni preventive per arginare comportamenti fraudolenti e pratiche di riciclaggio.
Ultimo aggiornamento il 4 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano