Un episodio di grave inciviltà ha colpito la comunità del liceo classico Casardi di Barletta, suscitando indignazione tra studenti e cittadini. Dopo la scoperta di scritte sessiste e simboli nazisti nei bagni dell’istituto, il clima all’interno della scuola è diventato teso. Le frasi apparse sulle porte e sui muri hanno risvegliato un forte senso di allerta, in un periodo già sensibilizzato da discussioni su responsabilità e libertà di espressione.
Dettagli dell’accaduto
Le scritte sono state notate dagli studenti nei giorni scorsi, durante la chiusura temporanea dei bagni maschili. La necessità di utilizzare i servizi femminili ha messo in evidenza un’altra problematica: l’assenza di adeguate strutture per tutti. Le frasi, tra cui il riferimento a Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, hanno scatenato un’ondata di proteste. L’espressione utilizzata in relazione a un episodio di cronaca così drammatico ha destato in molti interrogativi sui valori che vengono trasmessi all’interno delle aule scolastiche.
La scoperta è avvenuta grazie all’iniziativa di alcuni studenti, che hanno immediatamente avvertito le autorità scolastiche. Le scritte non solo riflettono un’ideologia estremista, ma mostrano anche la necessità di un’azione educativa urgente. La comunità si sta interrogando su come prevenire simili atti in futuro e su come affrontare il clima di misoginia e di incitamento alla violenza che si fa strada anche tra i più giovani.
La reazione degli studenti e delle autorità locali
La rappresentanza studentesca ha preso posizione con forza. Francesco Strignano, rappresentante d’istituto, ha dichiarato: “È una situazione che ha scosso tutti, indistintamente, ragazzi e ragazze. È un atto indegno, indegno di questo edificio e di ciò che rappresenta.” La netta condanna degli studenti si unisce a quella di esponenti politici locali. I consiglieri comunali Carmine Doronzo e Michela Diviccaro hanno espresso il loro disappunto, sottolineando che nessun gesto di questo tipo può essere minimizzato. Doronzo, ex studente del liceo, ha messo in guardia dalle implicazioni politiche di tali atti, affermando che è necessario dare segnali forti contro questo tipo di violenza verbale.
Gli studenti hanno promosso un sit-in di protesta, manifestando così il proprio rifiuto verso l’odio e la violenza. L’unità della comunità scolastica in questo momento è fondamentale per affrontare fenomeni di aggressività e discriminazione sempre più presenti nei contesti giovanili.
Misure concrete e azioni di sensibilizzazione
In risposta a quanto accaduto, il 8 aprile si è svolto un sit-in di protesta davanti all’istituto. Serafina Ardito, dirigente scolastica, ha condannato l’episodio dicendo che “Deturpare le porte dei bagni con questi contenuti è un atto vile che offende la dignità della nostra comunità.” La preside ha anche considerato l’ipotesi che l’autore possa essere un esterno, una situazione che rende la questione ancora più complessa.
La dirigente ha espresso il desiderio di dissociare la comunità scolastica da questo atto orribile e ha annunciato l’intenzione di promuovere incontri di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Questi incontri si pongono come obiettivo di educare e formare gli studenti, creando consapevolezza sui temi del rispetto e della dignità umana. Il clamore provocato dalla scritte rappresenta, quindi, un’opportunità per affrontare le radici di certi comportamenti e costruire, insieme, una società più inclusiva e rispettosa.
L’episodio al liceo Casardi è dunque un richiamo a una responsabilità collettiva, invitando tutti a lavorare insieme per combattere l’odio e promuovere una cultura di pace e rispetto reciproco.