La tragica vicenda legata alla funivia del monte faito torna al centro dell’attenzione giudiziaria. I sospetti si concentrano sui freni, ormai datati 36 anni, come possibili cause dell’incidente che ha colpito questa struttura. Si sta allontanando l’ipotesi del maltempo come fattore determinante del guasto al cavo. Nel frattempo, una perizia approfondita voluta dalla procura promette di chiarire i motivi reali dietro il disastro.
La perizia richiesta dalla procura e le prossime tappe dell’inchiesta
La procura ha disposto una superperizia sugli impianti e sulle componenti meccaniche, con particolare attenzione ai freni e al sistema di sicurezza. Gli esperti incaricati dovranno indagare lo stato di usura e verificare se ci siano stati errori di progettazione, manutenzione o gestione operativa.
Questa fase sarà cruciale per stabilire responsabilità precise e definire se il cedimento possa essere attribuito a negligenze o a un cedimento strutturale imprevedibile. Il lavoro dei periti includerà prove sul campo e analisi dettagliate dello storico degli interventi effettuati sulla funivia, con riscontro sia delle documentazioni ufficiali che delle testimonianze raccolte.
I risultati di questa perizia saranno fondamentali sia per l’aspetto giudiziario che per evitare che similari incidenti possano ripetersi in futuro su impianti simili. Nel frattempo, il confronto tra la magistratura e i responsabili della gestione dell’impianto continua senza sosta.
L’ipotesi del maltempo scartata nella ricostruzione dei fatti
In un primo momento, si ipotizzava che condizioni meteo avverse potessero aver causato o aggravato il cedimento del cavo della funivia. Le forti piogge e i venti intensi tipici del monte faito sembravano una possibile causa. Tuttavia, i dati raccolti mostrano che il maltempo non ha avuto un impatto diretto sulla rottura.
Le analisi tecniche e le testimonianze raccolte hanno spostato l’attenzione sulle componenti meccaniche della struttura. Il contrasto tra la robustezza percepita del cavo e la sua effettiva tenuta ha portato a escludere fattori atmosferici come causa principale. I periti incaricati di valutare le condizioni meteorologiche nel momento dell’incidente confermano che, malgrado un clima non ideale, non ci sono stati eventi eccezionali in grado di compromettere la funivia.
Emergono interrogativi sulla responsabilità civile e penale
Dalle indagini emerge un quadro complesso che riguarda molteplici attori coinvolti nella gestione della funivia. Si valuta chi debba rispondere sia a livello penale che civile per il cedimento e le sue conseguenze.
Chi ha gestito la manutenzione, chi ha autorizzato l’utilizzo della funivia senza intervenire sui freni vetusti, e persino i progettisti potrebbero essere chiamati a rispondere. L’accertamento dettagliato dei fatti servirà a individuare le responsabilità in modo preciso e a stabilire se vi siano stati comportamenti omissioni o errori gravi.
Il quadro giudiziario si fa complesso con l’apertura di varie piste investigative. La collaborazione tra periti, procuratori e testimoni risulta fondamentale per delineare la dinamica e le responsabilità, ancora in fase di definizione dopo l’incidente verificatosi in provincia di napoli nei primi mesi del 2025.
La situazione dei freni e il loro ruolo nell’incidente della funivia
I freni della funivia, costruiti oltre tre decenni fa, sono sotto esame dopo il cedimento avvenuto durante la corsa tragica del 2025. Questi componenti, pensati per arrestare o rallentare la cabina in caso di emergenza, potrebbero non aver funzionato correttamente. La loro vetustà solleva quesiti sulle manutenzioni effettuate nel tempo e sulle condizioni in cui si trovavano nel momento dell’incidente.
Secondo alcune fonti vicine all’inchiesta, i freni non avrebbero risposto alle sollecitazioni provocate dal cedimento del cavo, scenario che ha contribuito all’aggravarsi della situazione. L’indagine punta a capire se sono stati trascurati controlli fondamentali o se erano già compromessi da problemi tecnici non evidenziati nel tempo. La verifica dei pezzi e delle procedure di controllo in precedenza rappresenta, quindi, un elemento decisivo per ricostruire la dinamica del disastro.
L’importanza del controllo e della manutenzione nelle infrastrutture pubbliche
La vicenda della funivia del monte faito richiama l’attenzione sulla gestione delle infrastrutture pubbliche, soprattutto quelle che coinvolgono alta sicurezza e trasporto di persone. Nel caso specifico, emerge la questione della manutenzione regolare e precisa, e della verifica sulla tenuta di componenti fondamentali come i freni.
La presenza di parti usurate da oltre trent’anni sottolinea la necessità di aggiornamenti e ispezioni frequenti, in grado di prevenire situazioni di pericolo. Gli standard di sicurezza in questi impianti devono essere adattati nel tempo, tenendo conto anche dell’usura naturale e dell’evoluzione delle tecnologie.
Eventuali lacune nella cura delle strutture si ripercuotono irreparabilmente sulle vite umane e creano una sfiducia diffusa. La magistratura e le istituzioni chiamate a vigilare sul territorio si trovano davanti a una sfida per migliorare i sistemi di controllo e garantire interventi tempestivi ogni volta che si riscontrano segnali di rischio.