Friuli Venezia Giulia: una rete per valorizzare il patrimonio storico della Guerra Fredda

Il Friuli Venezia Giulia avvia gli Stati Generali del Turismo storico, puntando a valorizzare il patrimonio legato alle guerre mondiali e alla Guerra Fredda per attrarre visitatori e promuovere la cultura.
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Friuli Venezia Giulia: una rete per valorizzare il patrimonio storico della Guerra Fredda - Gaeta.it

Il Friuli Venezia Giulia è un territorio ricco di storia, che custodisce tracce significative delle due guerre mondiali e della Guerra Fredda. Queste “cicatrici” storiche non sono solo relitti del passato, ma rappresentano un’opportunità per rilanciare il turismo culturale. Questo è il messaggio che è emerso oggi a Udine, durante l’incontro che ha segnato l’avvio della prima edizione degli Stati Generali del Turismo storico della Guerra Fredda. Con l’iniziativa, promossa dall’Università di Udine assieme a Friuli Storia, si intende creare una rete che valorizzi questo importante patrimonio.

Un patrimonio unico da valorizzare

Le testimonianze della Guerra Fredda nel Friuli Venezia Giulia, dalle fortificazioni ai bunker, affiancano i luoghi legati alla Prima e alla Seconda guerra mondiale, formando un mosaico di memorie che è unico nel suo genere. Come ha spiegato Tommaso Piffer, docente dell’Università di Udine, è fondamentale riconoscere l’importanza di questi luoghi storici. “Finora sono state soprattutto le associazioni private a prendersi cura della memoria del Novecento,” ha sottolineato il docente, “ora è tempo di avviare un progetto corale, che riunisca le oltre 1300 strutture presenti nel nostro territorio.”

Questa visione strategica mira non solo a custodire, ma anche a promuovere questi beni culturali come un valore distintivo della regione. Piffer ha evidenziato come l’approccio organico e istituzionale possa portare a risultati tangibili nel campo del turismo e della cultura. Un patrimonio così ricco, se correttamente valorizzato, potrebbe attirare visitatori da tutta Europa.

Nasce una piattaforma per la memoria del Novecento

Un passo in questa direzione è stato annunciato anche da Nicola Revelant, referente di PromoturismoFVG. Revelant ha rivelato il progetto per la creazione di un sito internet che raccoglierà informazioni sui luoghi della memoria legati al Novecento nella regione. Questa iniziativa è realizzata in collaborazione con le Università di Udine e Trieste, e l’assessorato alla Cultura della Regione.

Il sito avrà l’obiettivo di diventare un contenitore unico per musei, memoriali e altri luoghi significativi, dando particolare attenzione alle strutture legate alla Guerra Fredda. Effettivamente, tali luoghi non solo raccontano la storia di divisioni e conflitti, ma possono anche offrire spunti di riflessione sul valore della pace e della cooperazione, portando a una valorizzazione turistica maggiore.

La Guerra Fredda come tema centrale al Forum di Gorizia

Non si ferma qui l’impegno nella valorizzazione della memoria storica. Infatti, l’attenzione è già proiettata verso il futuro con il terzo Forum dedicato alla Guerra Fredda, programmato per il 20 e 21 marzo 2025 a Gorizia. Quest’anno è particolarmente significativo per la città, che si appresta a diventare la Capitale europea della Cultura “bordeless”.

Il Forum, organizzato da Friuli Storia in collaborazione con il Centro studi di Harvard e l’Università di Udine, si concentrerà sul tema “Città divise e città contese nella Guerra Fredda”. Attraverso eventi, conferenze e dibattiti, si spera di approfondire la comprensione degli effetti della Guerra Fredda, non solo in termini storici, ma anche sulle connessioni tra le comunità contemporanee. Questo appuntamento avrà sicuramente un ruolo fondamentale nel portare l’attenzione su quanto può offrire il Friuli Venezia Giulia in termini di eredità storica.

Un nuovo capitolo si apre così per il Friuli Venezia Giulia, pronto a valorizzare il suo straordinario patrimonio e a diventare un punto di riferimento per il turismo culturale legato alla storia del Novecento.

Ultimo aggiornamento il 11 Ottobre 2024 da Elisabetta Cina

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