Un’operazione dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino ha portato alla luce un’importante frodi ai danni dell’INPS, che coinvolge quasi mille cittadini stranieri residenti nella Città Metropolitana. Questa situazione ha sollevato interrogativi su come sia possibile che tali illeciti possano verificarsi sul territorio e quali misure siano in atto per prevenire simili episodi. Con una somma stimata di oltre 220 mila euro percepita indebitamente, le autorità hanno avviato azioni legali contro sei individui e stanno lavorando per recuperare le somme erogate in modo fraudolento.
Scoperta della frode e dettaglio dell’operazione
L’operazione che ha smascherato questa frode è stata il risultato di un’articolata indagine condotta dai carabinieri, sotto la supervisione della Procura della Repubblica. Grazie a controlli mirati e all’incrocio di diverse banche dati, gli inquirenti sono riusciti a riportare alla luce un fenomeno di indebita percezione di erogazioni assistenziali dallo Stato. Sebbene l’INPS gestisca erogazioni a sostegno dei cittadini, la presenza di irregolarità ha messo in luce le falle nel sistema che possono permettere malversazioni di tale entità .
Gli investigatori hanno condotto verifiche approfondite presso le ultime residenze dichiarate dai percettori degli assegni e negli studi medici locali, per accertarsi della veridicità delle informazioni fornite. Il dato più allarmante è emerso quando è stato verificato che alcuni dei percettori, pur risultando come residenti in Italia, in realtà non vissano nel Paese da lungo tempo. Resta da vedere quali misure verranno implementate per migliorare l’efficienza dei controlli e garantire una maggiore trasparenza nell’erogazione dei fondi pubblici.
Reati contestati e conseguenze legali
I reati per i quali sono state denunciate le sei persone comprendono l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e la falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti. La truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche è un’accusa grave che comporta sanzioni severe. Le articolate indagini non si sono limitate alla denuncia penale, ma hanno anche portato all’avvio delle procedure per la revoca delle erogazioni illegittime.
Le indagini hanno rivelato un meccanismo ben orchestrato mediante il quale alcuni cittadini, sfruttando la loro condizione di emarginazione e vulnerabilità , sono riusciti a continuare a percepire somme di denaro destinate a persone non più residenti o addirittura già decedute. La sensibilità di questo problema richiede un incessante monitoraggio da parte delle autorità competenti, affinché simili episodi non possano ripetersi.
Indagini su decessi e trasferimenti all’estero
Le verifiche non hanno solo messo in luce frodi legate a persone che continuano a riscuotere assegni sociali, ma hanno anche rivelato situazioni inquietanti riguardanti deceduti o trasferiti in paesi esteri. Attraverso collaborazioni con ambasciate e consolati, gli investigatori hanno scoperto che alcuni degli indebiti percettori erano già deceduti. In altri casi, alcuni trasferimenti all’estero sono risultati determinanti per l’accertamento della frode.
Particolarmente preoccupante è emersa la situazione degli erediti, che pur consapevoli delle illegittimità , avrebbero continuato a prelevare le somme di denaro associate all’assegno sociale, destinate a parenti scomparsi. Questa sequenza di eventi ha reso evidente l’urgenza di rivedere le procedure di controllo e di monitoraggio da parte degli enti preposti per prevenire futuri abusi.
Le autorità sembrano impegnate a rafforzare le misure di prevenzione e promuovere una maggiore responsabilità e sicurezza nel sistema di erogazione degli assegni sociali. Sarà necessario un impegno collettivo da parte delle istituzioni e della società civile per garantire che aiuti e sostegni arrivino solo a chi ne ha realmente diritto.
Ultimo aggiornamento il 7 Ottobre 2024 da Marco Mintillo