“Fuga da Santo Stefano”: il nuovo libro di Vittorio Buongiorno sulla storia delle evasione dall’ergastolo borbonico

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Un'analisi approfondita delle evasioni storiche dall'isolotto di Santo Stefano è il tema centrale del nuovo libro di Vittorio Buongiorno, giornalista capo della redazione di Latina del “Messaggero”. L'opera, intitolata “Fuga da Santo Stefano, le evasioni dall’ergastolo borbonico”, offre uno sguardo avvincente e dettagliato sulle storie di fuga di alcuni detenuti dal carcere borbonico, un luogo emblematico e tragico della storia italiana. La presentazione del libro avrà luogo il 23 agosto presso l’Arena Mallozzi, all'interno della 61^ Festa del Mare “Arrivederci a Scauri”, un evento che promette di attrarre appassionati di storia e cultura.

La presentazione del libro e i protagonisti dell'evento

Dettagli dell'evento

La presentazione di “Fuga da Santo Stefano” si svolgerà venerdì 23 agosto alle ore 21:15 nella suggestiva Arena Mallozzi. Questo evento è parte della più ampia celebrazione della Festa del Mare, un incontro annuale che si tiene in una delle località marittime più belle del Lazio, Scauri, famosa per la sua storia e bellezze naturali. Durante la serata, Vittorio Buongiorno dialogherà con esperti e autorità locali, tra cui il Presidente della Provincia pontina, Gerardo Stefanelli, la Delegata comunale alla Cultura, Rita Alicandro, e il Consigliere locale europeo, Matteo Marcaccio. L'incontro sarà condotto dall'Addetto alle Relazioni Esterne del Comune di Minturno, Antonio Lepone, che guiderà il pubblico attraverso i temi e i contenuti del libro.

Figure di spicco presenti all'evento

L'incontro rappresenta un'occasione unica non solo per approfondire le tematiche del libro, ma anche per ascoltare le considerazioni di vari esperti del settore. Gerardo Stefanelli, come Presidente della Provincia, porterà un contributo politico e sociale all'analisi della storia carceraria italiana, mentre Rita Alicandro, con il suo focus sulla cultura, sottolineerà l'importanza di questo lavoro per la memoria storica del territorio pontino. Infine, Matteo Marcaccio offrirà una prospettiva europea sulla questione, ricercando collegamenti con altre storie di detenzione e fuga in contesti diversi.

La storia del carcere borbonico di Santo Stefano

Architettura e forma dell'ergastolo

Il carcere di Santo Stefano fu costruito nel 1795 e progettato secondo il modello panottico, una concezione architettonica che prevedeva un sistema di controllo centralizzato. Questo modello permetteva di monitorare ogni cella – le quali erano 99 – da un punto centrale senza che i detenuti potessero vedere il mare. Anche dopo essersi guadagnato una reputazione di luogo inespugnabile, il carcere ha visto diversi tentativi di fuga. Tra i più celebri risaltano i tentativi dell’eroe risorgimentale Luigi Settembrini, che testimoniano le condizioni estreme e il clima di sofferenza all’interno della struttura.

Sfide e tentativi di evasione

Negli anni, molti detenuti hanno tentato la fuga, affrontando condizioni ambientali avverse, tra cui i forti venti che caratterizzano frequentemente l'area. La narrazione di queste evasioni è ricca di dettagli e colpi di scena, riflettendo le esperienze di uomini condannati a pene severissime e spinti dalla determinazione di cercare la libertà, anche a fronte di enormi rischi. Questa parte della storia del carcere è stata tra le più difficili da ricostruire, richiedendo un attento studio delle fonti storiche e dei documenti ufficiali.

Il lavoro di ricerca di Vittorio Buongiorno

Dall'ispirazione all'opera

Il lavoro di Vittorio Buongiorno è il risultato di un intricato percorso di ricerca, iniziato durante una visita all’isola di Santo Stefano. Qui, grazie alle narrazioni di Salvatore Schiano di Colella, Buongiorno si è sentito ispirato a scavare più a fondo nelle storie degli ergastolani, scoprendo molte verità nascoste. L’autore ha raccolto articoli pubblicati sui principali quotidiani italiani nel corso del Novecento, che trattavano tematiche legate alle evasioni, e ha visitato l'Archivio di Stato di Latina per accedere ai documenti originali inerenti al carcere.

Un percorso lungo e complesso

Le ricerche di Buongiorno si sono rivelate lunghe e complesse. In un iniziale periodo di difficoltà, il giornalista ha tuttavia perseverato nella sua missione, riscontrando un vasto materiale, tra cui rapporti delle guardie, documenti del direttore del carcere e informative di polizia. Buongiorno descrive il suo viaggio come affascinante e a tratti drammatico, sottolineando l’umanità dei detenuti, molti dei quali, nonostante le loro condanne, hanno ricevuto un trattamento dignitoso. Questa dimensione umana emerge potentemente nelle storie raccontate nel libro.

Chi è Vittorio Buongiorno

Biografia e carriera

Nato a Roma nel 1963, Vittorio Buongiorno ha trascorso gran parte della sua vita a Latina, dove attualmente vive con la sua famiglia e lavora come caporedattore della testata “Il Messaggero”. Buongiorno è una figura conosciuta nel panorama giornalistico della sua area, capace di intrecciare storie personali e storiche con una narrazione coinvolgente e accessibile.

Progetti letterari futuri

Il suo libro su Santo Stefano rappresenta il suo esordio come scrittore di narrativa, mentre ha già in cantiere un romanzo che esplora due temi cari alla sua vita: la storia del Novecento e il calcio. Con un approccio che unisce storia e attualità, Buongiorno si propone di continuare a esplorare questi argomenti, contribuendo al dibattito culturale della sua regione e oltre.

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2024 da Fabio Belmonte

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