Funivia a Castellammare, messa in memoria delle vittime con omelia dell’arcivescovo Alfano a Pozzano

Funivia a Castellammare, messa in memoria delle vittime con omelia dell’arcivescovo Alfano a Pozzano

A Pozzano, la comunità di Castellammare di Stabia si unisce in una messa commemorativa per le vittime della funivia, con l’arcivescovo Alfano che invita a speranza, fede e solidarietà nel dolore.
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La comunità di Castellammare di Stabia si è raccolta a Pozzano in una messa commemorativa per le vittime della tragedia della funivia, con l’arcivescovo Alfano che ha celebrato un messaggio di fede, speranza e solidarietà per superare il dolore. - Gaeta.it

La tragedia della funivia a Castellammare di Stabia continua a scuotere la comunità locale. A Pozzano, luogo simbolico di preghiera ogni lunedì dell’Angelo, si è svolta una messa per ricordare i quattro morti e pregare per il giovane sopravvissuto ancora ricoverato. L’arcivescovo Francesco Alfano ha rivolto parole di conforto e riflessione durante la cerimonia, sottolineando il valore della speranza e della fede di fronte al dolore.

la celebrazione a pozzano e il ricordo delle vittime

Il 22 aprile 2025, nella piccola chiesa di Pozzano, un gruppo di fedeli si è raccolto per una messa pensata per le vittime dell’incidente alla funivia di Castellammare di Stabia. Presente il sindaco Luigi Vicinanza e il presidente del Consiglio comunale Roberto Elefante, la comunità ha voluto mostrare vicinanza alle famiglie colpite da questo grave episodio.

Durante la funzione religiosa, sono stati nominati i quattro scomparsi e si è rivolto un pensiero al giovane 23enne Thabet Suliman, ancora in condizioni critiche in ospedale. Tale momento ha rappresentato un’occasione per esprimere il dolore collettivo e per rinsaldare l’unione del paese. Il lunedì dell’Angelo, giorno tradizionalmente dedicato alla supplica alla Madonna, ha conferito alla cerimonia un significato particolare.

La scelta di Pozzano, luogo di forte devozione mariana, aiuta a evidenziare quanto il dolore e la fede si intreccino nella vita di questa comunità. Le preghiere hanno avuto il tono di un richiamo alla tenacia e alla solidarietà, risvegliando un sentimento condiviso di fragilità ma anche di speranza.

l’omelia dell’arcivescovo alfano tra fede e speranza

Monsignor Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare, ha incentrato la sua omelia sul significato concreto della Pasqua in relazione alla tragedia recente. Ha ricordato innanzitutto che, nonostante la morte sembri avere un potere assoluto, il suo dominio può essere spezzato da un annuncio più grande, quello della risurrezione.

Alfano ha sottolineato quanto la Pasqua “sia storia e faccia i conti con la nostra storia”, invitando a guardare la sofferenza personale e collettiva con una prospettiva capace di indicare una nuova energia vitale. Le donne che si recano al sepolcro “sono tenaci, coraggiose”, ha detto, mettendo in evidenza come anche in momenti difficili esistono segnali di forza e speranza.

Non ha evitato le difficoltà: la tragedia resta tale e il suo peso va riconosciuto, ma è proprio da quel peso, se rivisto con “gli occhi di Dio”, che può emergere una nuova energia positiva. La fede, ha chiarito, non si fonda su favole o illusioni, ma su un’esperienza reale che può contribuire a ricostruire anche dopo il dolore.

Infine, mons. Alfano ha accennato anche a un futuro possibile per Castellammare: una comunità capace di rinascere partendo da ciò che è accaduto, con testimonianze di bene che possono emergere dalle situazioni più difficili.

il richiamo di papa francesco e l’attenzione alle periferie umane

Durante l’omelia, l’arcivescovo ha dedicato parole di apprezzamento all’opera di papa Francesco, indicandolo come modello di attenzione missionaria verso le persone più vulnerabili. Ha ricordato il messaggio del Pontefice, che ha invitato a “amare le periferie esistenziali”, cioè chi vive ai margini, non solo geografici ma anche sociali e umani.

Non a caso, Alfano ha evidenziato le tante “situazioni emergenziali” presenti nella vita quotidiana della sua diocesi e del territorio. Ha rilevato come molte persone vivano in condizioni di solitudine o esclusione, situazioni che richiedono interventi concreti e una solidarietà vera.

Il riferimento al Papa sottolinea anche la dimensione pubblica della Chiesa, chiamata a non isolarsi ma a lavorare “fuori e dentro” per garantire dignità e aiuto a chi ne ha bisogno. La figura di Francesco, sempre presente fino agli ultimi giorni, rappresenta un esempio di impegno e dedizione.

La messa di Pozzano, così, è stata più di una semplice funzione funebre o commemorativa. Ha aperto una riflessione su aspetti sociali e umani anche nelle difficoltà, richiamando la comunità a restare unita e attenta.

L’evento si inserisce nel contesto più ampio di una città che, dopo il dramma della funivia, cerca di elaborare il lutto e di trovare nuovi motivi per guardare avanti. Le immagini della tragedia restano impresse, ma la preghiera e la memoria spingono verso un futuro da scrivere, fatto di partecipazione collettiva e speranza rinnovata.

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