Fvg: calano le assunzioni nel settore privato nei primi sei mesi del 2024

Nel primo semestre del 2024, il Friuli Venezia Giulia ha visto un calo dell’1,4% nelle assunzioni private e un significativo aumento delle dimissioni, evidenziando tensioni nel mercato del lavoro regionale.
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Fvg: calano le assunzioni nel settore privato nei primi sei mesi del 2024 - Gaeta.it

Nel corso del primo semestre del 2024, il mercato del lavoro nel Friuli Venezia Giulia ha registrato una contrazione significativa nel numero delle assunzioni nel settore privato. Secondo i dati forniti dall’INPS e analizzati dal ricercatore IRES Fvg Alessandro Russo, si evidenzia una diminuzione dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2023, corrispondente a 1.174 unità in meno. Questo calo è preoccupante e riflette un possibile rallentamento delle attività manifatturiere nella regione. Le nuove assunzioni di contratti a tempo indeterminato hanno subito una flessione ancora più marcata del 6,2%, pari a 757 unità.

Andamento delle assunzioni e delle cessazioni nel territorio

Dando uno sguardo più ravvicinato alle diverse province del Friuli Venezia Giulia, si nota che le aree di Udine e Pordenone hanno sperimentato flessioni nei nuovi rapporti di lavoro attivati, con un calo rispettivamente del 2,7% e dell’1,9%. Al contrario, l’area giuliana ha registrato un incremento del 1,7%. L’ambito isontino, invece, si mantiene relativamente stabile con una diminuzione minima dello 0,5%. Per quanto concerne i contratti a tempo indeterminato, le province di Gorizia e Trieste hanno visto i numeri scendere drasticamente, con cali del 10,9% e del 7,4%. Tuttavia, in queste stesse aree, c’è stato un aumento dei contratti stagionali, mentre a Udine i contratti di questo tipo sono diminuiti, rimanendo invariati a Pordenone.

Le assunzioni in somministrazione hanno avuto un andamento diverso; Trieste ha lucidamente osservato un aumento impressionante del 31,8%, mentre Gorizia ha visto un incremento del 12,5%. In controtendenza, Pordenone e Udine hanno registrato diminuzioni rispettivamente del 5,5% e del 9%. Un dato positivo emerge dall’area giuliana, dove le assunzioni in apprendistato sono aumentate dell’8,3%, segnale di un potenziale interesse nel coinvolgimento dei giovani nel mercato del lavoro.

Tendenze nei licenziamenti e nei rapporti di lavoro

Nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2024, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono rimaste stabili. Concentrandosi sui lavori a tempo indeterminato, si può notare come i licenziamenti di natura economica siano diminuiti significativamente negli ultimi dieci anni, passando quasi dal 40% nel 2014 a circa il 10% negli anni recenti. Contestualmente, si è registrato un aumento dei licenziamenti disciplinari, passati dal 2,5% del totale nel 2014 al 5,4% attuale.

Le dimissioni volontarie rappresentano la principale causa di cessazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. Nel 2014, il numero di dimissioni si avvicinava alla metà delle cessazioni. Tuttavia, a partire dal 2021, la proporzione delle dimissioni ha superato stabilmente il 75%, suggerendo una certa insoddisfazione tra i lavoratori o una ricerca di migliori opportunità. È interessante notare che il Friuli Venezia Giulia detiene il primo posto in Italia per le difficoltà di reperimento di personale da parte delle imprese, secondo un’indagine di Excelsior Unioncamere. Nel settembre 2024, ben il 56% delle assunzioni programmate nella regione era considerato difficile da realizzare, seguito dal Trentino-Alto Adige con il 54,8%.

Dinamiche delle dimissioni e ricorso agli ammortizzatori sociali

Nel periodo dal 2014 al 2023, le dimissioni dei lavoratori a tempo indeterminato hanno visto un incremento rilevante, passando da 13.000 a 28.200, pari a un aumento del 117,1%. Se si analizza ulteriormente, il tasso di dimissioni ha colpito soprattutto i lavoratori maschi e coloro che hanno superato i 50 anni . Tra le aziende, quelle con oltre 100 dipendenti hanno visto un incremento delle dimissioni pari al 279,8%. Inoltre, la maggior parte delle dimissioni proviene dal settore dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale, con un incremento del 255,4%.

Parallelamente, il ricorso agli ammortizzatori sociali è aumentato. Tra gennaio e agosto 2024, sono state autorizzate quasi 10,3 milioni di ore di cassa integrazione, con un incremento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, equivalenti a un aumento del 12,5%. La situazione appare più grave nell’ambito del territorio isontino, dove le richieste di cassa integrazione sono cresciute significativamente del 59,5%, principalmente per interventi ordinari. Tuttavia, in provincia di Udine si è registrata una diminuzione delle ore di cassa integrazione autorizzate rispetto ai primi otto mesi del 2023, con un calo dello 0,9%.

Questi dati evidenziano un quadro complesso per il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia, in cui l’aumento delle dimissioni e il calo delle assunzioni potrebbero rappresentare segnali di un cambiamento significativo nelle dinamiche occupazionali della regione.

Ultimo aggiornamento il 5 Ottobre 2024 da Sara Gatti

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