Il settore ambientale torna al centro dell’attenzione in occasione del G7 Salute che si svolgerà ad Ancona dal 9 all’11 ottobre 2023. Durante una manifestazione organizzata dal movimento #fermiamoildisastroambientale, oltre 300 partecipanti si sono riuniti davanti alla Raffineria Api di Falconara Marittima, esponendo uno striscione che recitava “Con Api non si vola più”. Questo evento rappresenta il primo di una serie di iniziative che mirano a mettere in luce le questioni legate all’ambiente, contrapponendosi all’attività dei sette ministri della Salute.
La manifestazione e le sue motivazioni
La protesta è stata organizzata da diverse associazioni ambientaliste che denunciano una netta separazione tra il “paese reale” e le decisioni politiche. I manifestanti esprimono il loro malcontento riguardo a una realtà in cui le voci delle comunità locali sembrano ignorate dai rappresentanti istituzionali. Sotto accusa è la mancanza di azioni concrete per affrontare le problematiche ambientali che affliggono la regione.
Oltre a chiedere una maggiore attenzione ai monitoraggi e segnalazioni effettuate dai cittadini, i partecipanti richiedono un “salto di qualità ” nelle politiche ambientali, puntando l’attenzione sulla contaminazione di aria, acque marine, suolo e sottosuolo. Questi elementi vengono considerati conseguenze dirette delle pratiche industriali scarsamente controllate.
I manifestanti fanno riferimento agli impegni presi dalla Regione circa un anno fa riguardo a nuove attività di sorveglianza epidemiologica e monitoraggio ambientale, finanziate tramite i fondi del PNRR. Tuttavia, affermano, non hanno registrato una reale attuazione di tali promesse, come confermato dalla cancellazione dell’audizione della Commissione regionale Sanità e Politiche sociali, prevista per il 25 settembre.
Critiche verso le istituzioni e i procedimenti di autorizzazione
Un punto saliente delle rimostranze è l’iter di revisione dell’AIA relativo alla Raffineria Api. Questo procedimento, in corso da ormai cinque anni e sottoposto a numerosi riesami, solleva interrogativi sulla sua validità e sull’effettiva applicazione delle normative ambientali nel territorio. La prima autorizzazione fu rilasciata nel maggio 2018, durante un periodo particolarmente critico per la raffineria, che aveva già subito un incidente significativo un mese prima.
Secondo i manifestanti, il continuo riesame dell’AIA evidenzia non solo la lacunosità della pianificazione iniziale, ma anche la necessità di una riflessione profonda sulle misure preventive. Infatti, le accuse di disastro ambientale mosse contro la Raffineria Api mettono in luce una preoccupante violazione delle normative di sicurezza e salute.
Le richieste delle associazioni ambientaliste
Le associazioni che hanno promosso la manifestazione chiedono con urgenza chiarezza riguardo lo stato delle bonifiche degli impianti, che, come stabilito da un decreto ministeriale del 2014, sono da considerarsi di competenza dell’Api. È fondamentale che vengano adottate misure concrete per riportare sotto controllo il suolo, il sottosuolo e le acque contaminati, come evidenziato dai rapporti delle agenzie Arpam e Ispra, le quali hanno rilevato la presenza di idrocarburi e altre sostanze tossiche.
Queste azioni, dicono i manifestanti, non possono più essere rinviate. La richiesta è una messa in sicurezza operativa efficace e sistematica che preveda una riparazione definitiva dell’impatto ambientale dell’industria petrolifera della zona. L’approccio attuale, legato a continui riesami burocratici, rappresenta secondo loro un tentativo di evitare l’applicazione stringente delle leggi. La loro speranza è che la visibilità ottenuta attraverso questa mobilitazione possa servire a stimolare un cambiamento reale e duraturo nelle politiche ambientali del territorio.
Ultimo aggiornamento il 5 Ottobre 2024 da Sara Gatti