Gallerista Assolto nel Caso del "Dragone alato" del Duomo di Milano

Gallerista Assolto nel Caso del “Dragone alato” del Duomo di Milano

Gallerista Assolto Nel Caso De Gallerista Assolto Nel Caso De
Gallerista Assolto nel Caso del "Dragone alato" del Duomo di Milano - Gaeta.it

Il caso che ha coinvolto il gallerista Giancarlo Ciaroni, accusato di ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali legati al celebre «doccione» del Duomo di Milano, ha recentemente visto una svolta con l’assoluzione dell’imputato.

Il caso del «doccione» e le accuse a Ciaroni

Il “doccione”, originariamente parte della struttura della cattedrale di Milano, si era staccato prima del 1940, durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Successivamente, tra il 2018 e il 2019, il manufatto era riapparso, generando sospetti e inchieste sul suo percorso.

Il giro d’affari e le richieste inopportune

Ciaroni, titolare di una rinomata casa d’arte milanese, era stato accusato di aver acquistato il dragone alato dal suo fornitore abituale e successivamente di aver cercato di farlo circolare illegittimamente. L’accusa verteva su presunte dichiarazioni mendaci presentate per ottenere certificazioni di libera circolazione.

La questione della buona fede e la disavventura a Maastricht

Il gallerista ha sempre sostenuto di aver agito in perfetta buona fede, scoprendo la provenienza del manufatto in marmo di Candoglia solo successivamente, quando il dragone era già stato inviato nei Paesi Bassi per essere esposto o venduto. La sua difesa ha puntato sull’ignoranza della reale natura del pezzo e sulla collaborazione con il sistema investigativo.

Il verdetto che ha assolto Ciaroni ha posto fine a mesi di indagini e controversie, gettando luce su uno dei casi più discussi nel panorama dell’arte e della cultura a Milano. La vicenda del “dragone alato” resterà un capitolo significativo nella storia della città e del suo patrimonio culturale.

Change privacy settings
×