La gastroenterite acuta non è da sottovalutare, poiché può portare a lungo termine alla sindrome dell’intestino irritabile , come evidenziato da uno studio condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore-Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. Questa complicazione potrebbe derivare da virus come Sars CoV-2 e batteri aggressivi come Campylobacter ed Enterobacteriaceae.
SINTOMI DELL’IBS
La sindrome dell’intestino irritabile è caratterizzata da diversi sintomi come dolori addominali imprevedibili, gonfiore e variazioni tra stipsi e diarrea. Questo disturbo affligge circa il 20-40% della popolazione italiana, con una predilezione per le donne e individui compresi tra i 20 e i 50 anni. Mentre per alcuni è un disturbo lieve, per molti altri ha un impatto significativo sulla qualità di vita quotidiana.
RICADUTE A LUNGO TERMINE
Secondo gli esperti, in seguito a un episodio di gastroenterite, i sintomi dell’IBS possono persistere per mesi o addirittura anni. Studi recenti hanno evidenziato che circa una persona su sette sviluppa IBS dopo un’episodio di infezione gastrointestinale. Inoltre, la presenza di disturbi d’ansia prima dell’episodio di gastroenterite triplica il rischio di sviluppare IBS.
AGENTI INFETTIVI E RISCHI
Il studio condotto ha rilevato che vi è un aumento significativo dei casi di IBS dopo un’episodio di gastroenterite causato da Campylobacter, Proteobacteria, Enterobacteriaceae e Sars-CoV-2. Le probabilità di sviluppare IBS sono notevolmente maggiori dopo infezioni da questi agenti patogeni.
ASPETTI PSICOLOGICI E RISCHI SOTTOVALUTAZIONE
Secondo gli esperti, nonostante la fisiopatologia dell’IBS non sia ancora del tutto chiara, vi è un rischio di sottovalutare e trattare in modo insufficiente i pazienti affetti da questo disturbo. Molti sono inclini a considerare l’IBS come un problema prevalentemente psicologico anziché una malattia con cause organiche, il che potrebbe compromettere la cura adeguata dei pazienti.
IMPLICAZIONI PER LA SALUTE PUBBLICA
Considerando che la gastroenterite è un problema diffuso, i risultati dello studio sottolineano l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione dei disturbi dell’intestino dopo un episodio di gastroenterite. Questo approccio potrebbe garantire una migliore gestione dei pazienti e condurre a interventi più mirati nel trattamento dell’IBS.