Un segnale preoccupante emerge dall’analisi delle assunzioni nel settore privato della Città Metropolitana di Genova nel terzo trimestre del 2024, dove è stata registrata una diminuzione dell’11,4% rispetto all’anno precedente. Questa contrazione, che ha visto passare i nuovi contratti da 27.769 nel terzo trimestre 2023 a 24.605 nel terzo trimestre 2024, pone interrogativi sullo stato attuale del mercato del lavoro nella zona e evidenzia la crescente precarietà del lavoro.
La preoccupazione della Cgil
Igor Magni, segretario generale della Cgil di Genova, ha lanciato un allerta riguardo a queste cifre allarmanti. Magni ha sottolineato che la diminuzione delle assunzioni non rappresenta solo una sfida per l’occupazione ma è un campanello d’allarme per la salute complessiva del mercato del lavoro. Secondo il sindacalista, il ritornello che afferma che l’occupazione è in crescita e priva di problemi non riflette la realtà vissuta da molti lavoratori, caratterizzata da contratti instabili e di bassa qualità.
La relazione della Cgil evidenzia un dato significativo: solo il 13% delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato, mentre il restante numero di contratti è a termine. Questo scenario solleva interrogativi non solo sulla stabilità economica delle famiglie, ma anche sulla capacità del mercato di garantire lavoratori sufficientemente tutelati. Le tipologie contrattuali più comuni includevano contratti a tempo determinato , seguiti dai contratti intermittenti e quelli in somministrazione . Questo quadro dà chiara evidenza di una crescita del lavoro precario in un contesto già critico.
Dati regionali allarmanti
Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio economico della Cgil di Genova e Liguria, ha elaborato i dati provenienti dall’Inps e ha messo in evidenza un trend preoccupante a livello regionale. L’analisi ha fatto emergere come il calo delle assunzioni colpisca principalmente i contratti più tutelati, come quelli a tempo indeterminato e quelli di apprendistato. In dettaglio, è stata registrata una diminuzione del 5,8% nei contratti a tempo indeterminato e del 9,4% nell’apprendistato.
Questa situazione è trasversale e interessata uomini e donne in misura simile: gli uomini hanno visto una flessione del 5,2% mentre le donne del 6,2%. Anche la nazionalità non sembra fare differenza, con un calo per gli italiani del 5,4% e per gli stranieri del 6,3%. Queste statistiche non fanno altro che accentuare la necessità di un intervento decisivo per sostenere le categorie più vulnerabili e tutelare i diritti dei lavoratori.
Necessità di interventi e soluzioni
Di fronte a questo scenario, vi è un urgente bisogno di strategie e interventi concreti per affrontare la precarietà del lavoro a Genova e nel resto della regione. Magni ha sollecitato l’amministrazione locale e le istituzioni competenti a prestare maggior attenzione a questa crisi e a lavorare per il rafforzamento delle tutele per chi è maggiormente esposto alla precarietà. Un’azione sinergica fra le parti sociali potrebbe infatti rappresentare la strada giusta per invertire un trend che, se non affrontato adeguatamente, rischia di compromettere il futuro lavorativo di migliaia di persone.
L’analisi evidente di un mercato del lavoro che non riesce a garantire stabilità ai propri lavoratori dovrebbe accendere un faro sui cambiamenti necessari che possano riportare la direzione verso un’occupazione di qualità. Un passo fondamentale sarà sempre quello di adoperarsi per rendere i contratti di lavoro più sicuri e perizie sociali più forti.
Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina