Genova, arrestate due donne per sfruttamento della prostituzione in un centro massaggi a Quarto

Genova, arrestate due donne per sfruttamento della prostituzione in un centro massaggi a Quarto

A Genova, un centro massaggi a Quarto è stato scoperto come casa chiusa gestita da due donne arrestate per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, con un terzo indagato sottoposto a obbligo di dimora.
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A Genova, un centro massaggi a Quarto è stato scoperto e sgominato dalla polizia perché trasformato in una casa chiusa con sfruttamento della prostituzione; due donne sono state arrestate e un terzo indagato è sottoposto all’obbligo di dimora. - Gaeta.it

A Genova due donne sono state arrestate dopo che la squadra mobile ha scoperto che un centro massaggi, aperto da poco in un locale un tempo occupato da una banca a Quarto, era diventato una casa chiusa. Le indagini sono partite da segnalazioni di frequente andirivieni di clienti e di giovani donne che si prostituivano sul posto. Un terzo indagato è sottoposto all’obbligo di dimora.

il centro massaggi trasformato in casa chiusa a genova

Il locale a Quarto, che aveva appena sostituito una vecchia filiale bancaria, si presentava esternamente come un normale centro massaggi. Dentro però la situazione era ben diversa. La polizia ha rilevato postazioni attrezzate con lettini, luci soffuse e bagni, pensate per ospitare incontri a pagamento. Quelle stanze, un tempo dedicate al pubblico bancario, erano ora usate per veri e propri appuntamenti a luci rosse. Quel cambio di destinazione non era solo di arredi, ma anche di attività, chiaramente illegale.

Le testimonianze raccolte durante le indagini hanno rivelato che i clienti arrivavano numerosi, attratti dalla presenza delle giovani donne che esercitavano la prostituzione. Il centro massaggi era ormai diventato un vero e proprio punto di ritrovo per incontri a pagamento. La scoperta ha fatto emergere come l’attività, camuffata da centro benessere, fosse un sistema di sfruttamento ben organizzato.

modalità operative del centro

Le testimonianze hanno mostrato un sistema organizzato, dove la quotidianità degli incontri era pianificata e controllata rigidamente dalle due donne arrestate.

le accuse e le modalità di sfruttamento

Dalle informazioni raccolte, le due donne arrestate gestivano la struttura imponendo alle giovani donne impegnate sul posto un controllo rigido. Queste ultime erano costrette, anche prima di consumare qualsiasi rapporto, a consegnare alla “maitresse” l’importo pagato dal cliente. Questo meccanismo indicava una forma di sfruttamento palese e quotidiana.

Oltre al riconoscimento dello sfruttamento, sono emerse responsabilità relative al favoreggiamento della prostituzione e al reclutamento delle giovani coinvolte. Nei fatti, tutta la gestione dell’attività era finalizzata a mantenere un sistema illegale e controllato di incontri a pagamento. Il terzo soggetto, destinatario della misura dell’obbligo di dimora, risultava implicato nella gestione indiretta o nel sostegno all’organizzazione.

organizzazione e controllo

La squadra mobile ha documentato la rete di controllo, registrando comportamenti che andavano oltre il semplice sfruttamento: era un vero e proprio modello organizzato per mantenere il locale attivo come casa chiusa. Questa scoperta è il frutto di un lavoro investigativo basato su segnalazioni precise e sul riscontro di fatti concreti.

il contesto delle indagini e le testimonianze

L’operazione è partita dopo le segnalazioni di cittadini e clienti che avevano notato movimenti sospetti. La polizia ha seguito i flussi di persone all’interno del centro, verificando in più occasioni la presenza delle ragazze e l’attività di gestione da parte delle donne arrestate. I racconti raccolti sono stati determinanti per ricostruire la vicenda.

Alcuni clienti hanno riferito di aver assistito e partecipato agli incontri, confermando come le circostanze descritte fossero veritiere. Le testimonianze hanno anche aiutato a capire la distribuzione dei ruoli all’interno del centro, con la “maitresse” che riceveva direttamente i pagamenti. Lo sfruttamento non era nascosto ma anzi, appariva come parte integrante del funzionamento del locale.

rilievo delle forze dell’ordine

L’operazione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare le attività illecite nascoste dietro coperture apparenti. La trasformazione di spazi pubblici in luoghi destinati al commercio illegale di prestazioni sessuali è una pratica purtroppo frequente in alcune realtà urbane, eppure resta sotto osservazione attenta da parte della polizia. Le misure adottate sono un passo deciso per fermare questi sistemi.


Il caso di Quarto dimostra come il controllo sul territorio continui a essere fondamentale per fermare sfruttamenti nascosti. Gli arresti rappresentano un risultato concreto delle attività investigative, legate a segnalazioni precise e al monitoraggio diretto di ambienti sospetti. Restano aperte ulteriori verifiche per ricostruire tutti i legami di questa rete e assicurare che la giustizia faccia il suo corso.

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