La situazione in Liguria continua a essere segnata da eventi drammatici e dal lento ma inesorabile avanzare dei processi legati ai recenti crolli infrastrutturali. Dopo la tragedia del ponte Morandi, le inchieste si spostano ora sulla galleria Bertè e su un quadro complessivo di manutenzione carente che coinvolge centinaia di gallerie autostradali. Sono 46 le persone accusate e molti di loro sono già coinvolti nel procedimento principale. Questo secondo processo emerge come un’alternativa non prevista rispetto al dramma iniziale, rivelando un sistema che ha trascurato la sicurezza stradale.
il processo parallelo causato dai crolli
Il nuovo procedimento giuridico riguarda la mancata manutenzione delle gallerie autostradali in Liguria. Questo aspetto è particolarmente preoccupante, considerando che la rete autostradale della regione si estende tra oltre 2300 gallerie. Il procuratore capo della Repubblica, Franco Cozzi, ha avviato un’inchiesta dopo il crollo della galleria Bertè, la quale ha visto il rilascio di due tonnellate di cemento sull’asfalto senza causare feriti. Tuttavia, la similitudine con il primo processo sul ponte Morandi è chiara. Questa volta il motivo non è un crollo che provoca vittime, ma l’emergere delle fragilità di un’intera rete.
Il procuratore aveva già avvertito Autostrade, sottolineando l’urgenza di interventi dove la manutenzione era carente. La sua azione si è dimostrata fondamentale, contribuendo a tracciare un percorso di giustizia per eventi che hanno colpito gravemente la sicurezza pubblica. All’altezza di quasi sette anni dal disastro del ponte Morandi, l’incidente della galleria Bertè si è rivelato un campanello d’allarme, attivando un parallelo processo di ripristino delle infrastrutture da parte di Autostrade, la quale dovrebbe, teoricamente, farsi carico dei danni e delle mancanze.
complicazioni e assenze nella giustizia
La questione della manutenzione non è l’unico aspetto complesso che caratterizza questo secondo processo. Le difficoltà tecniche legate all’analisi dei dati strutturali delle gallerie richiedono competenze specifiche e competenti. La scarsa trasparenza e la lentezza del processo burocratico complicano ulteriormente le cose. La magistratura si trova a dover affrontare operazioni di grande portata, legate a investigazioni tecniche nella messa in sicurezza delle infrastrutture, il che richiede tempo e pazienza.
L’inizio di questo secondo processo ha già fissato una nuova udienza per il 13 marzo, evidenziando che ciascuna fase della giustizia ha i suoi ritmi. Da un lato, la memoria delle vittime del ponte Morandi è ancora viva; dall’altro, il passare del tempo tende a sbiadire il ricordo pubblico di eventi così tragici. Mentre le famiglie delle vittime continuano a chiedere giustizia, l’attenzione dell’opinione pubblica si disperde in una rete di brutte notizie e difficoltà quotidiane.
le ripercussioni sull’economia ligure
La Liguria si trova in uno stato di stallo a causa di queste situazioni giuridiche e dei lavori di ripristino delle infrastrutture. Le autostrade che attraversano la regione necessitano di riparazioni e molti tratti restano chiusi al traffico, creando scompiglio e disagio. Il malcontento cresce non solo tra i pendolari e turisti, ma anche tra gli imprenditori locali, che assistono impotenti alla stagnazione economica.
La questione dei pedaggi autostradali resta dolorosa per molti. Mentre gli automobilisti continuano a pagare per un servizio menomato e pericoloso, i crescenti interventi infrastrutturali sembrano non avere una fine imminente. La manutenzione inadeguata affonda le radici in decenni di inattività e questa eredità continua a pesare nella quotidianità dei liguri.
Gli effetti della giustizia che tarda a farsi concreta portano a una crescente frustrazione e un sentimento di impotenza tra coloro che vivono in Liguria. Un’azione collettiva, basata su una memoria viva del passato, sarà cruciale per assicurare che eventi simili non accadano più in futuro.
il futuro di un territorio sotto osservazione
La lunga attesa per una verità e una responsabilità chiara in merito agli eventi tragici che hanno colpito Genova e la Liguria è un segno doloroso di quanto sia fragile il sistema giudiziario. Le parole dei principali imputati, come quelle di Giovanni Castellucci, former amministratore delegato di Autostrade, che ha annunciato audizioni ufficiali, saranno misurate e valutate, ma non hanno il potere di ricostruire il dolore di chi ha perso un proprio caro o chi vive ogni giorno il timore di viaggiare su strade insicure.
La giustizia deve continuare a percorrere la sua strada. Gli avvenimenti di questi anni sono un monito a riguardo della responsabilità di chi gestisce le infrastrutture e della necessità di un’importante opera di vigilanza e manutenzione. La popolazione ligure, ormai da 2500 giorni, affronta una realtà difficile, ben lontana da quel senso di sicurezza che ogni cittadino dovrebbe poter avere nel momento in cui si mette alla guida.
Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano