Genova in crisi: oltre 3.000 assunzioni perse nel 2024 e un aumento dell'emigrazione giovanile

Genova in crisi: oltre 3.000 assunzioni perse nel 2024 e un aumento dell’emigrazione giovanile

Genova affronta una crisi occupazionale con oltre 3.000 assunzioni in meno nel 2024, mentre l’emigrazione giovanile cresce del 12%, evidenziando la precarietà e le scelte politiche insoddisfacenti.
Genova in crisi3A oltre 3.000 a Genova in crisi3A oltre 3.000 a
Genova in crisi: oltre 3.000 assunzioni perse nel 2024 e un aumento dell'emigrazione giovanile - Gaeta.it

Il mercato del lavoro a Genova sta vivendo una fase critica. Dal 2024, la città ha registrato una significativa perdita di opportunità lavorative, con oltre 3.000 assunzioni in meno. I dati forniti dalla Camera del Lavoro e dall’Istat raccontano di una realtà preoccupante, in cui la precarietà e l’instabilità dominano il panorama occupazionale. Questa situazione è stata messa in luce dalla candidata sindaca del campo progressista, Silvia Salis, che ha espresso la sua preoccupazione attraverso i social, sottolineando quanto la mancanza di contratti stabili influenzi il futuro della città.

Un calo preoccupante dei contratti di lavoro

Tra i vari tipi di contratto, il più colpito dalla crisi è l’apprendistato, con un drastico calo del 12,1% in un anno. Silvia Salis ha evidenziato come l’apprendistato, che doveva servire come ponte verso il mondo del lavoro per i giovani, si sia trasformato nell’ennesimo ostacolo per chi cerca stabilità. Purtroppo, la situazione è ulteriormente compromessa dal fatto che solo il 6,6% dei giovani sotto i 29 anni è riuscito a ottenere un contratto a tempo indeterminato. Questa realtà mette in evidenza non solo la mancanza di opportunità, ma anche le conseguenze delle scelte politiche fatte nel passato.

L’emigrazione giovanile: un dato in crescita

Di fronte alla precarietà del lavoro, un numero crescente di giovani lascia Genova per cercare fortuna altrove. Nel 2024, sono stati 1.174 i genovesi tra i 18 e i 39 anni che hanno deciso di emigrare all’estero, segnando il dato più alto degli ultimi dieci anni. Questo rappresenta un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. L’emigrazione giovanile non è solo un fenomeno sociale, ma indica anche un forte disagio e una delusione nei confronti delle prospettive lavorative offerte dalla città. Le scelte di molti giovani sono la risposta alla mancanza di opportunità stabili e soddisfacenti.

Le conseguenze politiche della precarietà

La precarietà del mercato del lavoro non deve essere considerata un destino ineluttabile, ma piuttosto il risultato di scelte politiche. Silvia Salis ha sottolineato come vi sia un dovere collettivo di rivedere e modificare le politiche attuali per fornire ai giovani la possibilità di costruirsi un futuro solido. Solo attraverso azioni concrete e ponderate sarà possibile invertire la rotta e restituire fiducia nel mercato del lavoro.

Negli ultimi anni, il capoluogo ligure ha visto un impoverimento delle opportunità di impiego stabile, contribuendo a una spirale di emigrazione che ostacola ulteriormente la crescita sociale ed economica della città. L’impegno per il cambiamento deve partire da questa consapevolezza per tracciare un percorso verso una Genova più inclusiva e sostenibile.

Change privacy settings
×