La situazione di Armanda, un’anziana di 90 anni residente a Genova, evidenzia le difficoltà crescenti legate all’emergenza abitativa. Malgrado una pensione mensile di 1200 euro, le onerose spese mediche e la mancanza di supporto economico dalla figlia disoccupata hanno portato a un debito insostenibile con l’affitto. Questo caso, rappresentato dal sindacato Sunia, mette in luce non solo la fragilità della condizione di Armanda, ma anche le carenze esistenti nel sistema di assistenza sociale.
Vita di Armanda e le sue sfide quotidiane
Le condizioni di salute e il supporto economico
Nata nel 1934, Armanda vive nel quartiere di Castelletto a Genova, una zona che, nonostante la sua bellezza storica, non offre sufficiente sicurezza economica o assistenza alle persone vulnerabili. La sua vita quotidiana è segnata da una grave malattia che ha portato a un’invalidità certificata del 100%. Questo stato la costringe a sostenere spese mediche elevate, che influiscono pesantemente sul suo bilancio già precario.
Con una pensione di 1200 euro, il denaro disponibile è spesso insufficiente per coprire anche le spese di base, come l’affitto e i farmaci. Armanda ha cercato di fare fronte a questi oneri economici, ma ha dovuto far fronte a un’ulteriore difficoltà: la figlia, che era un sostegno fondamentale, ha perso il lavoro e non riesce a contribuire a mantenere la famiglia. La perdita di questo supporto economico ha aggravato ulteriormente la condizione di Armanda, spingendola verso una situazione di morosità rispetto all’affitto della sua casa.
L’emergenza abitativa a Genova
Questa vicenda non è un caso isolato. La crisi abitativa a Genova ha colpito molteplici famiglie, specialmente quelle più vulnerabili come gli anziani e i disoccupati. La mancanza di alloggi pubblici e di assistenza per le persone in difficoltà ha condotto a una crescente tensione sociale. Diverse associazioni e sindacati, come il Sunia, evidenziano come sia necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni per prevenire simili situazioni drammatiche.
Nel caso di Armanda, il rischio di sfratto rappresenta una vera e propria emergenza, poiché un’anziana con problemi di salute e senza alcun aiuto economico si troverebbe per strada, con conseguenze potenzialmente fatali.
Le azioni del sindacato Sunia e il contesto legale
Tentativi di mediazione e sostegno
Il Sunia, sindacato degli inquilini di Genova, ha tentato di intervenire per aiutare Armanda. Secondo quanto riportato dal segretario Bruno Manganaro, sono stati condotti dialoghi e trattative con il proprietario per trovare una soluzione che potesse garantire un po’ di respiro all’anziana. Tuttavia, i tentativi di mediazione non hanno avuto esito positivo, poiché il proprietario ha attivato le procedure legali necessarie per lo sfratto.
Con la recente intimazione di sfratto esecutivo emessa dal Tribunale di Genova, la situazione si è fatta sempre più critica. Gli avvocati del Sunia hanno presentato un ricorso, sottolineando la gravità delle condizioni di salute di Armanda e chiedendo un periodo di tre mesi per consentire di recuperare la situazione economica. Nonostante l’impegno a pagare le mensilità arretrate, non si è riusciti a raggiungere un accordo.
L’esecuzione dello sfratto
Secondo le informazioni fornite, lo sfratto è previsto per domani mattina alle 8, con l’assistenza delle forze dell’ordine. Questo scenario porta con sé non solo la possibilità di una drammatica perdita di casa, ma anche il rischio di un crollo psicologico per Armanda, già provata dalle difficoltà. I momenti di tensione e preoccupazione non riguardano soltanto l’anziana, ma anche chi le è vicino e comprende la gravità della situazione.
L’azione dell’autorità giudiziaria, in tale contesto, suscita interrogativi sulla disponibilità di risorse e servizi adeguati per le persone in una condizione di vulnerabilità come quella di Armanda. In un momento in cui l’emergenza abitativa sembra crescere, appare essenziale coniugare politiche di sostegno con interventi effettivi per garantire a tutti un abitare dignitoso.