Germania intensifica i controlli alle frontiere: altri Paesi Schengen seguono l'esempio

Germania intensifica i controlli alle frontiere: altri Paesi Schengen seguono l’esempio

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Germania intensifica i controlli alle frontiere: altri Paesi Schengen seguono l'esempio - Fonte: Euronews | Gaeta.it

La recente decisione della Germania di aumentare i controlli alle frontiere ha sollevato notevole attenzione in tutta Europa, inserendosi in un contesto di crescente preoccupazione per la gestione dell’immigrazione irregolare e della sicurezza. In risposta a una serie di sfide interne ed esterne, diversi Paesi dell’area Schengen stanno adottando misure simili per rafforzare la sorveglianza alle frontiere e gestire l’ingresso di migranti e possibili minacce.

La situazione attuale in Germania

Berlino ha annunciato un programma di controlli alle frontiere valido per sei mesi, nel tentativo di fronteggiare quello che viene definito un aumento significativo dell’immigrazione irregolare. Queste misure rappresentano una deviazione dalle consuete pratiche dell’Area Schengen, dove i controlli tra i Paesi membri erano, in larga misura, aboliti. L’Area Schengen comprende praticamente tutti gli Stati dell’Unione Europea, a eccezione di Irlanda e Cipro, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

I controlli attualmente in atto non coinvolgono solo le persone, ma si estendono anche alle merci, con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza nazionale e di ridurre il carico sui sistemi di asilo. La Germania giustifica tali decisioni riferendosi a fattori complessi, tra cui le crescenti tensioni geopolitiche e la minaccia di attività terroristiche che trascendono i confini nazionali.

Altri Paesi Schengen seguono l’esempio

Sebbene la Germania abbia attirato l’attenzione con le sue nuove misure, non è l’unico Paese dell’area Schengen ad adottare pratiche più rigorose. Altri sette Stati hanno iniziato a implementare controlli temporanei, ognuno motivato da esigenze specifiche legate alla sicurezza e alla gestione dei flussi migratori.

Austriaci: un sorriso sotto pressione

L’Austria ha ripristinato i controlli al confine con la Repubblica Ceca fino al 15 ottobre e con Slovenia e Ungheria fino all’11 novembre. La decisione è stata presa per affrontare l’immigrazione clandestina e per alleviare la pressione sul sistema di asilo, nonché per mitigare il rischio di atti terroristici che si sono intensificati a seguito della guerra tra Israele e Hamas. Inoltre, la sicurezza è stata ulteriormente motivata da preoccupazioni relative all’attività di spionaggio dopo l’invasione russa dell’Ucraina e da timori legati a frodi informatiche.

Danimarca: un approccio deciso

La Danimarca ha implementato controlli su tutti i confini interni a partire dal 12 maggio, con particolare attenzione al confine terrestre con la Germania. Le autorità danesi giustificano tali misure sottolineando una crescente minaccia terroristica dovuta ai conflitti in Medio Oriente e alla notorietà del Paese nell’ottica dell’integralismo islamico. I controlli rimarranno in vigore fino all’11 novembre, sottolineando un periodo di allerta più intensa.

Francia: vigilanza per eventi di grande portata

La Francia, introducendo controlli interni fino al 31 ottobre, ha riconosciuto la pressione migratoria crescente alle frontiere esterne di Schengen. Questa misura è stata adottata anche in previsione degli imminenti Giochi Olimpici e Paralimpici, che porteranno un significativo afflusso di visitatori. L’incremento degli attraversamenti irregolari, in particolare provenienti dalla Turchia e dal Nord Africa, si è rivelato un ulteriore fattore di preoccupazione.

Italia: un occhio attento per il G7

L’Italia ha deciso di rinforzare le misure di sicurezza alle frontiere fino al 18 dicembre, a seguito della presidenza italiana al G7 e a causa delle infiltrazioni terroristiche legate alle tumultuose situazioni in Medio Oriente. Nonostante non siano stati specificati i confini interessati, la Commissione Europea ha osservato la necessità di questa azione.

Norvegia e Svezia: le reazioni del Nord Europa

La Norvegia ha imposto limitazioni sugli ingressi nei porti collegati all’Area Schengen, con controlli destinati a rimanere in vigore almeno fino all’11 novembre 2024. Questo è stato motivato dalla crescente preoccupazione per la sicurezza delle infrastrutture critiche. Alla Norvegia si aggiunge la Svezia, che ha stabilito controlli simili, richiamando l’attenzione sulla recente escalation di violenze legate ai conflitti in Medio Oriente, che ha aumentato il rischio di attacchi e minacce all’ordine pubblico.

Slovenia: in attesa di grandi eventi sportivi

La Slovenia ha attuato controlli alle frontiere con la Croazia e l’Ungheria, a partire dalla fine di giugno, in vista di eventi sportivi significativi come UEFA Euro 2024 e le Olimpiadi in Francia. Questa decisione è anche una risposta all’aumento dell’instabilità in Medio Oriente e alla minaccia di criminalità organizzata. Le misure saranno in vigore almeno fino al 21 dicembre.

La richiesta di maggiore sicurezza e gestione dei flussi migratori sta quindi portando a un panorama sempre più complesso. Mentre la Germania guida questi sforzi significativi, il resto dell’Europa sembra seguire una tendenza simile, creando un nuovo contesto per la mobilità all’interno dell’area Schengen. La risposta collettiva, purtroppo, evidenzia le sfide interconnesse che ogni nazione si trova ad affrontare in un’epoca di crescente incertezza globale.

Ultimo aggiornamento il 11 Settembre 2024 da Donatella Ercolano

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