Gesti di solidarietà e speranza: il messaggio del nunzio apostolico a Kyiv al Meeting di Rimini

Gesti di solidarietà e speranza: il messaggio del nunzio apostolico a Kyiv al Meeting di Rimini

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Gesti di solidarietà e speranza: il messaggio del nunzio apostolico a Kyiv al Meeting di Rimini - Gaeta.it

Un importante incontro si è tenuto al Meeting di Rimini, dove il nunzio apostolico a Kyiv, monsignor Visvaldas Kulbokas, ha partecipato a una tavola rotonda intitolata “Se vuoi la pace, prepara la pace”. Durante l’evento, Kulbokas ha condiviso la sua prospettiva sulla situazione in Ucraina, mettendo in evidenza i significativi atti di generosità e il ruolo fondamentale della società civile in un contesto di guerra.

I gesti di solidarietà in tempi di guerra

La generosità in azione

Durante il suo intervento, il nunzio ha illustrato come i gesti di solidarietà possano trasformarsi in atti eroici, soprattutto in un contesto di conflitto come quello ucraino. Un esempio citato da Kulbokas è stato quello di una donna ucraina che, con l’aiuto di una rete di conoscenti, è riuscita a raccogliere e distribuire aiuti per un valore di 60 milioni di dollari. Questi sforzi mostrano l’importanza della comunità nel sostenere chi vive situazioni di emergenza.

Kulbokas ha anche raccontato di un uomo che, pur non appartenendo a nessuna denominazione religiosa, ha messo in salvo 280 persone, un gesto che dimostra come l’umanità possa superare le barriere religiose e ideologiche. Inoltre, ha menzionato il contributo di una parrocchia protestante che ha coordinato l’evacuazione di 800 persone da Mariupol, una delle città più colpite dalla guerra. Questi esempi evidenziano la determinazione e l’impegno della società civile nel contrastare la crisi e garantire la sicurezza dei più vulnerabili.

Il ruolo della comunità

Secondo Kulbokas, la vera forza risiede nella partecipazione attiva della società civile. “Le istituzioni tendono a essere più lente nel reagire alle emergenze”, ha dichiarato. “Spesso sono le persone comuni a percepire per prime i segnali di pericolo”. Kulbokas ha messo in evidenza che, di fronte a eventi così devastanti come una guerra, è fondamentale che le comunità locali si mobilitino e si organizzino per rispondere alle necessità immediate dei loro membri.

L’importanza di riconoscere i segnali

Le avvisaglie di una crisi

Il nunzio ha fatto riferimento a segnali premonitori che avrebbero potuto far comprendere l’imminente escalation della situazione in Ucraina. Kulbokas ha condiviso l’esperienza personale di aver sottovalutato alcuni di questi segnali e ha esortato a non commettere lo stesso errore in futuro. “Le guerre non seguono regole chiaramente definite”, ha avvertito, sottolineando che le istituzioni spesso faticano a adattarsi a situazioni in rapido mutamento.

L’analisi dei segnali precoci e la capacità di rispondere tempestivamente sono cruciali per prevenire ulteriori tragedie. L’esperienza di Kulbokas suggerisce che le comunità, grazie a un’osservazione più attenta della vita quotidiana e delle dinamiche sociali, possono svolgere un ruolo proattivo nell’affrontare le crisi.

Messaggi di coraggio e speranza

Le testimonianze dalla società civile

Al tavolo dei relatori si è unita anche Oleksandra Matvijcuk, avvocata ucraina e leader del Centro per le libertà civili, che nel 2022 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Durante il suo intervento, Matvijcuk ha condiviso testimonianze toccanti riguardanti le violenze e le ingiustizie che gli ucraini hanno subito. Ha esortato tutti a trovare il coraggio di compiere gesti di solidarietà e di resistere di fronte alle avversità.

Le esperienze di Lali Liparteliani e Anastasia Zolotova, operatrici di una ONG ucraina chiamata “Emmaus”, hanno ulteriormente arricchito il dibattito. Hanno spiegato il profondo senso di smarrimento e la perdita di identità vissuti a causa della guerra, ma hanno anche testimoniato l’importanza del loro impegno nella cura e nell’evacuazione delle persone disabili. Entrambe le relatrici hanno evidenziato come la fede e la speranza in un futuro migliore, rappresentate dalla loro adesione a Cristo, possano fungere da faro di luce in tempi così bui.

In questo contesto complesso, il messaggio di unità, solidarietà e speranza è diventato protagonista, suggerendo che anche nei momenti più critici è possibile trovare motivi di incoraggiamento e sostegno reciproco.

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