Giacomo Balla: l'arte del movimento in mostra a Roma fino ad aprile 2025

Giacomo Balla: l’arte del movimento in mostra a Roma fino ad aprile 2025

La Galleria Futurism and Co di Roma ospita fino al 30 aprile 2025 una mostra dedicata a Giacomo Balla, con l’opera “Piedigrotta” e altre creazioni che esplorano il dinamismo del movimento.
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Giacomo Balla: l'arte del movimento in mostra a Roma fino ad aprile 2025 - Gaeta.it

Un affascinante viaggio nella creatività di Giacomo Balla è in corso presso la Galleria Futurism and Co di Roma. Fino al 30 aprile 2025, i visitatori possono scoprire un’opera davvero unica, “Piedigrotta. Uomo in corsa + rumore + linea di velocità + luci + suono”, un bozzetto di costume teatrale che fonde diverse tecniche artistiche. In questo contesto, emerge la grande influenza di Balla, che ha saputo tradurre in forma visiva le sensazioni del movimento e del dinamismo, grazie anche alla sua stretta collaborazione con il ballerino Léonide Massine.

L’opera “Piedigrotta” e l’ispirazione dal balletto

Realizzato nel 1913, “Piedigrotta” è un esempio straordinario della ricerca futurista sul movimento. Balla, utilizzando matita, inchiostro, pennello e inserti di carta argentata, ha ricreato un’autentica esperienza visiva e sensoriale, attraendo l’attenzione tanto per le sue tecniche quanto per il soggetto che ha ispirato l’opera. Si narra che l’artista si sia lasciato influenzare dalle performance di Massine e dal fervore dei balletti russi, captando l’essenza del movimento in ogni suo brushstroke. In questo modo, ha concepito un ‘automa in azione’, un uomo-orchestra in lamina metallica, capace di riflettere il dinamismo del movimento e il ritmo della musica.

Il capolavoro di Balla fa parte di una mostra che include opere collaterali di altri artisti futuristi, come Fortunato Depero. Quest’ultimo, suo allievo e amico, ha condiviso con Balla la visione di un’arte che sfida le convenzioni e guarda al futuro, creando un dialogo profondo sulle potenzialità espressive delle nuove forme artistiche.

Le altre opere che testimoniano la ricerca di Balla

La ricerca di Balla non si limita a “Piedigrotta”, ma abbraccia una serie di opere che riflettono l’evoluzione della sua espressione artistica. Tra queste, “Il dinamismo di un cane al guinzaglio”, attualmente al museo di Buffalo, mostra come Balla sia stato capace di dare vita a una semplice scena quotidiana, trasformando la coda dell’animale in un elemento vibrante e dinamico, che sembra animarsi sulla tela stessa. Questa opera esemplifica l’abilità dell’artista nel rappresentare il movimento attraverso il colore e la forma.

Altre opere significative, come “Bambina che corre sul balcone” e “Ritmi dell’archetto”, evidenziano la fusione di stili e tecniche, portando in luce l’innovazione del divisionismo insieme alla vitalità del futurismo. La prima, custodita nella Collezione Grassi a Milano, sintetizza magistralmente la visione futurista, mentre la seconda, presente all’Estorick Collection di Londra, esplora il legame tra le mani di un violinista e la musica in un’interazione sublime e dinamica.

La storicizzazione delle opere di Balla nel contesto teatrale

Un chapter significativo per “Piedigrotta” risale al 1917, quando l’opera fu esposta nel foyer del Teatro Costanzi. Qui, insieme ad altre cinquanta opere di artisti di spicco come Braque, Picasso e Severini, il lavoro di Balla visse una nuova vita, integrandosi in una importante manifestazione culturale. La mostra coincise con la prima di “Feu d’artifice” di Igor Stravinsky, per la quale Balla aveva realizzato la scenografia, consolidando la sua posizione come icona del futurismo italiano.

Insieme ai collage di Balla, creati tra il 1913 e il 1930, come “Velocità astratta + rumori” e “Linee forza di paesaggio + esplosione”, la mostra offre una panoramica completa sull’arte visiva del dinamicismo. Il percorso espositivo è arricchito anche da lavori di Depero, come “Doppia ballerina con ombrello”, che catturano la stessa essenza di movimento e innovazione.

La mostra presso la Galleria Futurism and Co non è solo una celebrazione dell’artista, ma un richiamo alla vitalità del futurismo, che, con tutte le sue sfide e provocazioni, continua a insegnare e ispirare generazioni di artisti e spettatori.

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