Giacomo Bozzoli, protagonista di un’inaspettata notte in cella a Cantù Mombello, ha vissuto una detenzione singolare rispetto alla procedura standard, trovandosi sotto costante sorveglianza.
Bozzoli: lo Sconcerto e la Sorveglianza
Dopo il suo ingresso a Cantù Mombello, Bozzoli ha subito una serie di procedure, inclusa l’immatricolazione e una visita medica, che hanno evidenziato il suo stato emotivo. L’atteggiamento di sconcerto manifestato da Bozzoli ha portato all’implementazione di una sorveglianza a vista, con un agente dedicato che ne ha monitorato ogni movimento durante la notte.
La Scelta di Sorveglianza e le Motivazioni
La decisione di sottoporre Bozzoli a una sorveglianza stretta è stata dettata dal timore che potesse mettere in atto azioni autolesionistiche, alla luce della profonda angoscia manifestata al momento del suo ingresso nel carcere cittadino. Questa misura preventiva mirava a garantire la sua incolumità fisica e mentale durante le prime ore trascorse dietro le sbarre.
La Svolta nelle Indagini e il Blitz della Procura
Nelle prime ore del mattino successivo, precisamente alle 5:30, si è registrata una svolta significativa nelle indagini legate a Bozzoli. Dopo le sue dichiarazioni iniziali riguardanti la sua volontà di comunicare con avvocati, familiari e magistrati per ribadire la propria innocenza riguardo all’omicidio dello zio Mario, la Procura ha deciso di intervenire prontamente.
Il Ritrovamento nella Villa di Soiano del Lago
Le azioni della Procura hanno portato a un blitz coordinato nelle varie residenze della famiglia Bozzoli nella provincia di Brescia. Dopo un’iniziale perquisizione infruttuosa, i carabinieri hanno fatto una scoperta significativa nel pomeriggio: Bozzoli è stato trovato nascosto nel cassone di un letto matrimoniale all’interno della villa di Soiano del Lago.