Gian Pietro Mosca, il “killer dei pesci siluro”, lascia un'eredità di passione e impegno

Gian Pietro Mosca, il “killer dei pesci siluro”, lascia un’eredità di passione e impegno

Gian Pietro Mosca, costruttore, poeta e appassionato di pesca, è scomparso a 85 anni. Ricordato per il suo impegno comunitario e la tutela ambientale, lascia un’eredità duratura nella sua comunità.
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Gian Pietro Mosca, il “killer dei pesci siluro”, lascia un'eredità di passione e impegno - Gaeta.it

Gian Pietro Mosca, noto per il suo amore per la pesca e le sue poesie, è scomparso all’età di 85 anni. La sua vita ha ruotato attorno all’edilizia, ma il suo ingegno si è esteso anche all’ambito artistico con componimenti poetici che celebrano l’amore e la bellezza della natura. Amato da molti, Mosca è ricordato non solo per le sue capacità di costruttore, ma anche per il suo attivismo comunitario e la passione per la pesca, in particolare per il pesce siluro. Questo articolo esplora la vita e l’eredità di Gian Pietro, un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella sua comunità.

Un costruttore e un poeta

Nato e cresciuto in una famiglia di costruttori, la vita di Gian Pietro Mosca è stata segnata da valori di lavoro e dedizione. Negli anni ha saputo coniugare questa passione con quella per la poesia, diventando conosciuto anche come il “Poeta dell’amore”. Le sue composizioni non erano semplicemente espressioni artistiche, ma riflettevano il suo profondo legame con la comunità e la natura. Uno dei suoi lavori più apprezzati è l’inno del Settimo Calcio, scritto e presentato al campo “Levi”, dimostrando quanto fosse coinvolto nelle tradizioni locali.

Mosca aveva una particolare affezione per il suo territorio, non solo come angolo di vita quotidiana ma anche come fonte di ispirazione per le sue poesie. Le sue opere erano fortemente connesse ai temi della natura, all’amore e alla vita. Ogni canto di un uccello, ogni cambiamento del paesaggio, si traduceva in versi che cercavano di catturare l’essenza della bellezza avvolgente. Non era solo un costruttore di edifici; era anche un costruttore di emozioni e di legami profondi con il mondo che lo circondava.

La passione per la pesca e la tutela dell’ambiente

Una delle più grandi passioni di Gian Pietro Mosca era certamente la pesca, che praticava con dedizione e competenza. La sua notorietà come “killer dei pesci siluro” era legata ai racconti delle sue catture nel fiume Po, dove spesso mostrava fotografie di pesci siluro di oltre 10 chili. La sua esperienza nella pesca non era solo motivata dal desiderio di catturare esemplari di grandi dimensioni, ma anche da un profondo rispetto per l’ambiente acquatico. Mosca era molto attento all’equilibrio ecologico dei fiumi e delle lagune della zona. Si opponeva a molte delle narrazioni comuni riguardo ai pesci siluro, chiarendo che questi animali non erano i predatori letali che alcuni sostenevano.

La più evidente dimostrazione del suo amore per l’ambiente è stata la sua costante denuncia a favore della salvaguardia delle acque. Nel 2011, dopo aver constatato gravi problemi di inquinamento nel laghetto Tinivella, Mosca non esitò a farsi portavoce delle problematiche ambientali, allertando autorità locali e media per sollecitare indagini. La sua azione testimonia quanto fosse motivato non solo dalla propria passione per la pesca, ma anche da un genuino desiderio di proteggere i corsi d’acqua e le creature che ospitano.

Un uomo di famiglia e un legame indissolubile

Gian Pietro Mosca non era solo un attivista e un amante della poesia e della pesca. Era anche un devoto marito, padre e nonno. Dopo aver assistito alla moglie, Irene D’Errico, gravemente colpita da un ictus, Gian Pietro ha dimostrato un amore e un attaccamento profondi, mettendo le esigenze della sua famiglia al centro della sua vita. Questo legame con la famiglia è stato una costante fonte di forza per lui, anche quando la vita ha posto sfide significative.

La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo, ma il suo lascito vive attraverso i figli e i nipoti, oltre alle sue opere poetiche e all’impegno civico. Mosca era sorridente e riconosciuto per il suo calore umano, raggiungendo le persone con la sua gentilezza. Ogni incontro con lui era un’opportunità per condividere storie, risate e la sua visione del mondo. La celebrazione dei suoi funerali il 13 febbraio presso la chiesa San Giuseppe Artigiano rappresenta un momento collettivo di ricordo e di celebrazione della sua vita e del suo impegno.

Gian Pietro Mosca mancherà a tutti coloro che hanno incrociato il suo cammino, ma la sua storia continua a ispirare generazioni future a prendersi cura dell’ambiente e a valorizzare le tradizioni locali.

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